Incidente mortale San Donato; indagini, Gps e tracce di Dna per fermare i tre responsabili
I fatti risalgono allo scorso 12 giugno 2014.
Un gravissimo incidente che ha comportato la morte dell’architetto di 48 anni Paolo Armenise, deceduto dopo che la sua auto è stata speronata da una vettura condotta da 3 malviventi, in fuga dai Carabinieri.
A indagini erano state aperte immediatamente: il veicolo guidato dai malviventi era già controllato con un dispositivo GPS e, i tre, erano stati rintracciati dai Carabinieri, risultando essere tutti spacciatori pregiudicati immigrati clandestini di nazionalità marocchina, tra i 22 e i 25 anni, coinvolti nel traffico di stupefacenti nella zona di Lainate.
Per le indagini, fondamentale è stato proprio il GPS dell’auto sulla quel viaggiavano i tre balordi, installato dalla compagnia di Rho, Nucleo Operativo Lainate.
Secondo quanto emerso, infatti, la vettura era intestata a un prestanome e veniva utilizzata da circa una ventina di persone.
Quando i militari che stavano visionando i movimenti della macchina hanno visto il mezzo accelerare fino a oltre 200 chilometri orari e fermarsi di colpo, sono intervenuti sul posto, e in seguito hanno svolto le indagini insieme a i RIS e alla procura.
La collaborazione dei RIS è stata necessaria per determinare le responsabilità dei tre, che hanno portato alle accuse di omicidio con dolo eventuale e di resistenza per il conducente materiale della vettura, e di traffico di sostanze stupefacenti per gli altri.
Incrociando, infatti, i dati ottenuti da due macchie di sangue sul sedile posteriore e su quello del passeggero, gli investigatori sono riusciti ad accertare la collocazione dei tre uomini all’interno dell’auto in fuga e quindi, per esclusione, determinare il responsabile dell’omicidio.
Gli Inquirenti hanno inoltre accertato che, dopo il tragico incidente, i tre malviventi hanno lasciato l’appartamento che condividevano a Milano, in via Binda, per nascondersi invece in appartamenti separati, tra Buccinasco a Dresano.
Proseguendo con intercettazioni telefoniche e appostamenti, il 17 giugno i militari hanno eseguito il fermo dei tre quando, i malviventi, hanno ricevuto danaro contante, presumibilmente da utilizzare per fuggire in Marocco.
Al momento dell’arresto, in una delle tre abitazioni sono stati ritrovati anche 50 chili di eroina.
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di Redazione