Esondazione Seveso Milano, chiesta esenzione Tasi da commercianti quartiere Isola
“Cittadini e negozianti hanno risposto responsabilmente alla calamità, collaborando con l’amministrazione e tirandosi su le maniche per spalare fango, mettere sacchi di protezione, ripulire dai rifiuti… Il danno però è enorme per le attività economiche e per la vita dei cittadini e non si può attendere incerti e lontani rimborsi”. Queste le parole di Pier Vito Antoniazzi (coordinatore Distretto Urbano del Commercio isola) e Giusi Vitale (Presidente associazione “Isola dal 1859”- via Borsieri) riguardo ai disagi dei commercianti del quartiere Isola per le esondazioni di questi giorni.
48 MILIONI DI DANNI PER LE ESONDAZIONI DI LUGLIO 2014 – “La procedura di calamità naturale – proseguono i portavoce dei commercianti –, seppure sia giusto avviarla, non dà certezze sui tempi e sugli esiti. Per la calamità di luglio 2014, il Comune ha ipotizzato 48 milioni di danni (tra pubblici e privati), ha inoltrato richiesta in Regione che a sua volta ha inoltrato al governo con il risultato (giunto in questi giorni) di un riconoscimento di 5milioni e mezzo per tutta la Regione Lombardia. Quanto sarà rimborsato? Il 10% ? Sarà privilegiato il rimborso pubblico o privato?”
PISAPIA SOSPENDA TASI E TARI PER I CITTADINI COLPITI – “Sono passati più di quattro mesi e non si hanno risposte”, sottolineano Antoniazzi e Vitale. “Gli operatori economici che rappresentiamo (sono circa 600 gli esercizi commerciali all’Isola e occupano quanto una grande fabbrica!) che sono già colpiti dalla crisi economica e che ora si sono visti mancare gli incassi per 5 giorni (tra cui un sabato ed una domenica) oltre ai danni a cui devono riparare (attrezzature e merci da gettare, ambienti da ripulire, ecc.), che hanno la concreta possibilità che le calamità si ripetano periodicamente perché i lavori previsti inizieranno nel 2015 e se va bene saranno terminati nel 2016, chiedono che l’amministrazione locale si faccia carico di una sospensione della tassazione (TASI,TARI,ecc.) che è motivata da beni e servizi di cui gli operatori non dispongono appieno da diverso tempo”.
– “Si tratta di una sorta di credito d’imposta – concludono i commercianti –, di cui chi dimostra di aver avuto i danni dovrebbe poter disporre, cittadino o operatore economico che sia”.
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Di Redazione