Nei giorni scorsi la DIGOS ha eseguito sei perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti soggetti, indagati per aver appiccato incendi, lo scorso 4 settembre, ed utilizzato artifizi esplodenti all’interno di uno stabile abbandonato sito a Milano in via Adriano angolo via Mulas, e utilizzato da numerosi cittadini extracomunitari come rifugio e dormitorio.
Le testimonianze di alcuni cittadini che avevano allertato il NUE e le immagini estrapolate dalle telecamere municipali hanno permesso di appurare che in quel giorno un gruppo di dieci individui si è introdotto, in pieno giorno, nello stabile, portando al seguito taniche di benzina e artifizi pirotecnici (alcuni fatti esplodere, altri rinvenuti sul posto). Le indagini condotte dagli operatori DIGOS hanno portato all’individuazione di sei soggetti, tutti residenti nella zona: nei confronti di questi sono stati emessi i decreti di perquisizione, durante la cui esecuzione si è poi risaliti alle identità dei quattro individui mancanti, subito anche loro sottoposti a perquisizione.
Come ammesso dagli stessi soggetti destinatari della perquisizione, il gesto è nato da un sentimento di risentimento ed esasperazione per le condizioni di degrado dello stabile e per alcuni episodi delittuosi cui è stata data la responsabilità agli occupanti del dormitorio (scippi e altri atti di vandalismo, non sempre denunciati). Così, come riferito, alcuni membri del gruppo avrebbero deciso di dare una lezione agli occupanti abusivi, bruciandone i pagliericci e gli effetti personali, e avrebbero coinvolto altri conoscenti della zona: tutti, pur non conoscendosi tra loro se non di vista o comunque superficialmente, avrebbero deciso di partecipare alla spedizione.
Al momento dei fatti, quando i fuochi sono stati accessi su due diversi piani dello stabile, non risulta vi fossero occupanti all’interno. Tra gli indagati, tutti incensurati, ci sono due dipendenti di un bar della zona, frequentato anche da altri partecipanti al fatto.