La Polizia di Stato, nell’ambito dell’attività di prevenzione e controllo del territorio disposta dal Questore di Milano Marcello Cardona, monitora i locali pubblici mediante i sistematici servizi finalizzati al contrasto dei fenomeni di criminalità predisposti dai Commissariati competenti per zona. Quando viene inaugurato un esercizio pubblico, gli agenti del Commissariato controllano la titolarità del locale e l’eventuale possibilità che lo stesso sia intestato a prestanomi per nascondere l’effettivo proprietario.
A seguito di segnalazioni giunte al Commissariato Garibaldi -Venezia, personale dipendente ha effettuato la chiusura di due centri benessere gestiti da cittadini cinesi, al cui interno si svolgeva attività di prostituzione.
In particolare, venerdì 16 giugno 2017, dopo aver sentito due clienti, gli investigatori hanno accertato che all’interno di uno degli esercizi le ragazze dipendenti, in cambio di piccole somme, dai 30 ai 50 euro, garantivano agli avventori un trattamento “particolare” di natura sessuale.
Le due ragazze cinesi, regolari sul territorio nazionale, hanno ammesso l’attività sostenendo di essere incaricate di consegnare il denaro a un amico della titolare della licenza commerciale ogni 15 giorni.
Pertanto, accertata l’attività di prostituzione, il centro benessere è stato posto sotto sequestro penale e la titolare della licenza è stata indagata in stato di irreperibilità per favoreggiamento della prostituzione. Gli agenti del Commissariato Garibaldi-Venezia hanno, altresì, sequestrato il denaro contante rinvenuto: 320 euro.
Martedì 20 giugno inoltre, dopo alcuni giorni di appostamento e sempre dopo aver sentito sommarie informazioni da due clienti, i poliziotti hanno svolto la medesima attività nei confronti di un secondo esercizio.
Le prestazioni di natura sessuale svolte in questo locale venivano anche pubblicizzate in alcuni siti specializzati, ove i vari clienti commentavano i servizi offerti alla cifra pattuita di 50 euro.
Le due ragazze trovate all’interno del centro massaggi hanno riferito che, quanto da loro offerto in termini di prestazioni sessuali, rientrava nello stipendio mensile di mille euro; quanto da loro giornalmente incassato, invece, veniva consegnato ad un amico del titolare della licenza; quest’ultimo è stato indagato in stato di irreperibilità, sempre per il reato di favoreggiamento della prostituzione.