La Compagnia della Guardia di Finanza di Seregno ha accertato che una società di fatto operante in provincia di Monza e Brianza aveva fittiziamente dichiarato di essere residente nella Repubblica di San Marino.
I Finanzieri hanno iniziato a indagare su un possibile caso di società “esterovestita”, sospettata cioè di simulare la residenza oltre confine per non pagare le imposte in Italia.
Dopo i primi accertamenti, la Compagnia ha iniziato una verifica fiscale nei confronti della società, con accesso domiciliare nei confronti del suo amministratore, dove “i militari hanno scoperto un vero e proprio ufficio attrezzato con computer e adibito a sede operativa dell’impresa”, ha spiegato la Gdf.
“Lì venivano svolte tutte le attività relative alla gestione/predisposizione – hanno proseguito le Fiamme Gialle – dei ricorsi da parte di uno staff di operatori, contattabili dai clienti attraverso un centralino ‘servizio clienti’ o un servizio fax oppure accedendo a un sito internet non più attivo dal 01/01/2018. Era così possibile acquistare un pacchetto di ‘ricorso’ – proseguono i Finanzieri –, trasmettendo via mail il verbale al codice della strada ricevuto e pagando in anticipo l’intero prezzo della consulenza, pari al 30% della sanzione amministrativa applicata. Il cliente – conclude la Gdf –, riceveva quindi una bozza del ricorso da presentare alle Autorità competenti per ottenere l’annullamento del verbale”.
Nel corso dell’accesso domiciliare è stata rinvenuta anche documentazione, sia contabile che extra-contabile, relativa a una seconda società riconducibile al medesimo imprenditore, anch’essa perciò sottoposta a verifica fiscale.
Per ricostruire il reale volume d’affari conseguito da entrambe le società, i Finanzieri hanno eseguito anche accertamenti bancari, i cui esiti, assieme agli altri elementi documentali acquisiti, hanno dimostrato come l’attività di consulenza per i circa 18.000 ricorsi istruiti in cinque anni sia stata esercitata da una società italiana “evasore totale” (che non presentava le dichiarazioni fiscali) per poi proseguire anche tramite la società fittiziamente residente a San Marino con l’ausilio di 3 lavoratori in nero.
A conclusione delle verifiche, quest’ultima impresa è stata riqualificata come soggetto economico fiscalmente residente in Italia, con contestazione ad entrambe le società di ricavi sottratti a tassazione pari a 2 milioni di euro ed I.V.A. evasa per 250 mila euro.
Per l’imprenditore è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica di Monza per i reati di omessa dichiarazione dei redditi e occultamento delle scritture contabili.