Il 16 maggio 2018 personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Milano, dottor Paolo Guidi, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica dottoressa Lucia Minutella, a carico di 6 cittadini sudamericani, responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla fabbricazione di documenti falsi validi per l’espatrio.
In particolare, un gruppo di soggetti di nazionalità peruviana aveva da lungo tempo messo in piedi una struttura rodata volta alla fabbricazione e vendita, dietro corrispettivo in denaro, di falsi documenti di identificazione (passaporti, carte d’identità, patenti di guida nazionali ed internazionali).
L’attività d’indagine ha cristallizzato lo svolgimento delle condotte criminose, delineando in maniera incontrovertibile le responsabilità penali e il modus operandi del sodalizio criminale.
In buona sostanza, chi in Italia ne aveva bisogno sapeva che poteva “ordinare” i documenti falsi a un cittadino peruviano, residente e operante a Lima, contattandolo alla propria utenza. Ricevuto l’ordine, il reo fabbricava o faceva fabbricare i documenti falsi di volta in volta richiestigli, avvalendosi di un complice peruviano, il quale li spediva a Milano al titolare di un ristorante.
I documenti giungevano per via aerea all’interno dei bagagli di soggetti che viaggiavano tra il Perù e l’Italia. Una volta a Milano, venivano consegnati ai vari “acquirenti” dal proprietario del ristorante che, per la consegna e le riscossioni, si avvaleva della complicità della compagna che lavorava stabilmente alla cassa del ristorante.
Nel corso delle perquisizioni, eseguite contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza emessa dal G.I.P., è stato emesso un provvedimento di sequestro preventivo dell’esercizio commerciale in questione, in quanto, all’interno, ovvero proprio in prossimità della cassa, sono stati rinvenuti passaporti, carte d’identità e patenti di guida sudamericane in attesa di essere ritirate dai rispettivi richiedenti che attestano l’attualità della condotta criminale.
Presso l’abitazione del titolare del ristorante sono stati altresì sequestrati manoscritti riportanti dati anagrafici, numeri di documenti e cifre in denaro oltre che 7.000 euro in contanti.