Economia

Sostegno, redditi docenti ed educazione civica sotto la lente d’ingrandimento

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime viva soddisfazione per l’impegno assunto, in occasione del Festival dell’Economia di Trento qualche giorno fa, dal ministro dell’istruzione, prof. Giuseppe Valditara, in materia di retribuzione dei docenti: il ministro, convinto fautore del ripristino dell’autorevolezza degli insegnanti, intende partire proprio dalla necessità di incrementare gli stipendi dei docenti in modo da adeguarli ai costi della vita e ai livelli europei. Il nuovo contratto, ricordiamo, dovrebbe prevedere un aumento medio di 160 euro al mese; mentre, da quanto annunciato dal titolare di via Trastevere, tra il 2023 e il 2024, gli insegnanti beneficeranno di un’ulteriore crescita dello stipendio pari a quasi 300 euro mensili.

Il CNDDU qualche giorno fa aveva lanciato un appello al ministro affinché valutasse con attenzione i disagi dei docenti, specie nelle città del Centro – Nord; pertanto non possiamo che accogliere con favore tale posizione assunta; apprezziamo anche le considerazioni del ministro relative alle ragioni che lo hanno indotto a riflettere sulle criticità dell’insegnamento. Uno stipendio decoroso dovrebbe essere la giusta ricompensa per tutti i sacrifici, anche economici, compiuti dagli educatori per conseguire i vari titoli di studio che permettono l’accesso all’insegnamento.

Riteniamo che si debba intervenire ulteriormente per agevolare i docenti di ruolo fuorisede per garantire una vita decorosa, il ricongiungimento familiare e la stabilità affettiva. Per esempio, prevedendo dei buoni pasto, un bonus trasporti di 500 euro annui, indennità sulla salute; indennità relativa ai viaggi di istruzione, bonus alloggio o, attraverso gli ambiti territoriali scolatici, istituendo delle convenzioni con i proprietari degli immobili per calmierare gli affitti.

Inoltre, chiediamo l’immediata rimodulazione dell’Educazione civica. Infatti, da un’indagine da noieffettuata, 1.432 docenti sono scontenti dell’attuale configurazione della disciplina; sarebbe assai più efficace per il sistema scolastico affidare tale materia a un unico insegnante, appartenente alla classe A-46 discipline giuridiche ed economiche, evitando funambolismi e strane acrobazie imposti a professori i cui titoli di studio erano ben lontani dai contenuti giuridici connessi alla disciplina. Riteniamo pertanto fallimentare il percorso avviato con il Decreto Ministeriale n.35 del 22 giugno 2020.

Troviamo ancora veramente funzionale e rispettoso delle difficoltà delle famiglie e degli studenti fragili il provvedimento teso a garantire la continuità didattica e contenuto nell’art.8 del DL n.71 del 31 maggio 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, indipendentemente dai titoli di specializzazione conseguiti, qualora i genitori rilevassero cambiamenti sostanziali e positivi nell’apprendimento del proprio figlio. Consideriamo veramente lodevoli tali iniziative e auspichiamo costituiscano l’inizio di una nuova visione organizzativa, culturale e logistica per la realtà educativa.

A supporto di quanto detto, abbiamo ricevuto una lettera indirizzata anche al Ministro da parte di una mamma di una studentessa fragile di Crotone con patologia rara (sindrome di Kleefstra) che esprime alcune considerazioni estremamente significative. Una fra tante lamenta l’inveterata abitudine da parte di molti docenti che non trovano uno sbocco immediato nella disciplina di riferimento o nella mobilità di convergere sul sostegno non troppo motivati, magari dopo una specializzazione, neanche particolarmente sofferta, con l’intento di abbandonare il proprio studente appena si prospettino possibilità di lavoro consone alle proprie aspettative.

In definitiva alcuni docenti considerano il sostegno come una via facile per accumulare punteggio senza considerare le conseguenze di una continuità didattica frammentaria. Invitiamo il ministero attraverso gli ispettori scolastici a monitorare anche tali aspetti della didattica e intervenire in modo da rendere obbligatoria la continuità didattica sui casi più delicati.

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