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Lite tra extracomunitari via Imbonati Milano, chi è pro e chi è contro l’immigrazione

montelloL’ennesima aggressione, avvenuta ancora una volta in una delle zone più multietniche della città, ripropone un’annosa questione: esiste un connubio tra criminalità e quartieri multietnici? Per Silvia Sardone, consigliere comunale di Forza Italia, non ci sono dubbi: “L’episodio di grave violenza successo ieri (mercoledì 23 novembre 2016) in via Imbonati, evidenzia i limiti di quella che è un’integrazione clamorosamente fallita”.
L’AGGRESSIONE DI VIA IMBONATI – Il riferimento va alla lite scoppiata attorno alle 19 di mercoledì presso un bar del quartiere, tra un egiziano di 21 anni e un tunisino di 33. Le cause sarebbero ancora da accertare, ma considerati i precedenti per droga di entrambi – fanno sapere le forze dell’ordine -, non è da escludere il movente dello spaccio. Ad avere la peggio è stato il tunisino, ferito con un coccio di bottiglia dal suo avversario, risultato irregolare e con precedenti per droga e ricettazione. L’egiziano, al momento, risulta solo indagato per lesioni (ma anche per porto abusivo di un coltello, non utilizzato, e per il suo stato di irregolare) poiché le ferite riportate dalla vittima sono state giudicate superficiali e guaribili in dieci giorni.
SARDONE: “FALLIMENTO DEL MULTICULTURALISMO” – Via Imbonati e Via Padova, secondo Sardone, “sono zone che per la sinistra dovevano essere modelli di integrazione e inclusione e invece sono state abbandonate e fatte diventare esempi di fallimento del multiculturalismo”. La stessa via Imbonati “era stata inserita in una prima lista dei luoghi sensibili per il posizionamento dei militari ma dopo pochi giorni, non si sa per quale motivo, è scomparsa dalle località ufficiali decise da prefetto e comune”.
DE CORATO: “TROPPO POCHI 150 MILITARI” – Del resto, con 150 soldati militari – quelli che arriveranno in città entro fine settimana per le pattuglie miste e il presidio di obiettivo fissi – non si possono fare miracoli. “È un numero troppo esiguo – secondo Riccardo De Corato, ex vicesindaco e capogruppo di Fd’I-An in Regione Lombardia – e quindi inutile per coprire la città. Con il centrodestra non solo c’era una pattuglia mista in via Imbonati, ma c’era anche un presidio fisso dei vigili h24 in piazza Maciachini”. Invece evidentemente per Sala e Rozza questo quartiere è tranquillo, un’oasi di pace”.
MILITARI Sì, MA SOLO PER TRE MESI – Secondo quanto stabilito nel corso della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Milano svoltosi in prefettura mercoledì, a essere presidiate saranno via Padova, Corvetto e San Siro. Presidi fissi, invece, sono stati previsti nei principali luoghi di aggregazione: dal Castello alla Darsena alla Stazione Centrale; e poi Loreto, Bonola e Sammartini.
– L’impiego dei 150 militari, tra l’altro, sarà limitato per tre mesi, come specificato dal prefetto Alessandro Marangoni. Se alla scadenza di questo termine ci sarà la necessità, “verrà valutata la possibilità di prorogare queste pattuglie miste. Se ne riparlerà verso la fine di febbraio”. L’ausilio dei militari è rivolto “principalmente per la prevenzione di quelli che sono i reati comuni e per i reati connessi al terrorismo”.
BONI: “SI STA PERDENDO TEMPO PREZIOSO” – Intanto, in attesa dell’arrivo dei militari, secondo Davide Boni, segretario provinciale della Lega Nord, “si sta perdendo tempo prezioso”. “Il dato sconvolgente – sottolinea – è che questa amministrazione sta aspettando i rinforzi con le mani in mano, quando solo fino a qualche anno fa i radicalchic di Pisapia accusavano il centrodestra di avere militarizzato il capoluogo lombardo”.
MINACCE ANONIME A MAJORINO – E chi della giunta Pisapia vi ha fatto parte è Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali, che tramite un post su Facebook ha resto noto di aver ricevuto, negli scorsi giorni, una lettera anonima contenente “pesanti minacce”. “Ovviamente quel che ha scomodato chi ha scritto quella brutta missiva riguarda l’immigrazione”, fa sapere l’assessore. Messe in discussione sarebbero le sue posizioni sul tema e la proposta di utilizzare l’ex Ospedale di Garbagnate per l’accoglienza. “Non è la prima volta che accade una cosa simile a un `politico´ che si espone su questo terreno”, specifica Majorino, che concludendo ha invitato a “contrastare le idee e i progetti che non
condividiamo anche con grande decisione (e io lo faccio quando lo ritengo giusto) ma dobbiamo prestare attenzione, in un periodo come questo, alle belve a cui diamo, inconsapevolmente, sponda”.

S.P.

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