Pavia e l’Oltrepò, cosa vedere e dove andare, dal Castello visconteo al monte Penice
Lasciata la Certosa, in pochi minuti siamo a Pavia.
Come già anticipatovi la scorsa settimana, questo autunno Pavia ospiterà non solo il consueto appuntamento con Autunno Pavese DOC (giunto alla 61ª edizione, dal 4 al 7 ottobre, presso il Palazzo delle Esposizioni), ma anche l’imperdibile mostra Monet au coeur de la vie, presso le Scuderie del Castello Visconteo fino al 15 dicembre.
Già insediamento ligure e celtico, chiamata Ticinum in epoca romana, capitale del Regno Italico sotto Longobardi e Carolingi, in epoca comunale Pavia conosce il suo grande sviluppo, che ne fa un importante centro economico da quarantamila abitanti (una delle maggiori città dell’Italia Settentrionale dell’epoca). Con le dominazioni dei Visconti (dal 1359) e degli Sforza, Pavia raggiunse il suo massimo splendore. Nel 1360 si aprì il cantiere del Castello, dove Galeazzo II trasferì successivamente la sua corte, mentre nel 1361 lo stesso Galeazzo istituì formalmente l’Università, ancora oggi motivo di notorietà internazionale della Città.
Lasciata l’auto dei grandi parcheggi sotto le mura, dirigendosi a piedi verso il centro, si incontra subito la stupenda Chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro, citata da Dante nel Paradiso per gli insigni personaggi medievali che vi sono sepolti (tra i quali Sant’Agostino), ristrutturata a fine Ottocento nelle sue forme originali romaniche.
A poche centinaia di metri ecco il Castello Visconteo, che ancora oggi domina Pavia nonostante il ridimensionamento dei volumi avvenuto nei secoli, rispetto alla sua forma originaria. Residenza di corte, ma anche piazzaforte militare, il Castello si presenta con una possente struttura abbellita da bifore e loggiati, con numerosi particolari in marmo. Sede di un’importantissima biblioteca (alla cui fondazione aveva contribuito Petrarca), andata distrutta durante il saccheggio della città ad opera dei Francesi, oggi il Castello è sede dei musei civici che raccolgono importanti testimonianze storiche ed una ricca pinacoteca.
Usciti dal Castello si imbocca la Strada Nuova, la grande arteria che porta fino al Ponte Coperto sul Ticino, sul cui lato orientale si trova l’Università, un insieme di grandi edifici costruiti tra il Quattrocento e l’Ottocento e caratterizzati da grandi cortili che prendono il nome dalle facoltà che vi si affacciano.
In fondo a Piazza della Vittoria (Piazza Grande per i Pavesi), cuore della Città, si trova il Broletto, caratteristico palazzo comunale medievale, e l’abside del Duomo, la cui facciata si apre sull’omonima Piazza caratterizzata da una scultura equestre raffigurante l’imperatore romano Settimo Severo (si tratta di un rifacimento di inizio Novecento, mentre l’originale romano fu distrutto durante i moti rivoluzionari del 1796).
La grande facciata, rimasta in mattoni nonostante il progetto prevedesse il rivestimento in marmo, la maestosità dell’abside e la cupola ottocentesca (la terza più grande in Italia dopo San Pietro a Roma ed il Duomo a Firenze) caratterizzano il Duomo. Poco distante, la Basilica di San Teodoro rappresenta il secondo gioiello romanico della Città, con una bella facciata, un interno a tre navate arricchito da preziosi affreschi (di grande valore la Veduta di Pavia del1522, fotografia della Città dell’epoca), dipinti e statue in marmo.
Arrivati al celebre Ponte Coperto, ricostruito più o meno fedelmente nel dopoguerra dopo che un bombardamento nel 1944 aveva distrutto l’originale del Trecento, ma sempre di grande suggestione, si raggiunge San Michele, vero capolavoro del romanico lombardo. La chiesa venne costruita tra il 1118 ed il 1130 sulle fondamenta della basilica ove venivano incoronati i re longobardi (qui si fece incoronare nel 1155 anche il Barbarossa). E’ costituita dall’imponente ma equilibrata struttura rivestita in arenaria, e presenta una facciata tripartita con tre grandi portali (quello centrale è dedicato a San Michele Arcangelo) che introduce ad un ampio interno a tre navate, le cui ricche decorazioni richiamano la classica iconografia medievale (i mesi, i fiori, gli animali, il labirinto).
Lasciamo Pavia in direzione Stradella, in moda da percorrere lo spettacolare ponte che scavalca Ticino e Po nel punto della loro confluenza; arrivati a Broni, svoltiamo verso Voghera. Siamo nell’Oltrepò, la parte più ricca di paesaggi e di sapori del nostro itinerario.
Qui dovrete solo scegliere le strade che più vi ispirano, ammirare i panorami, godervi l’allegra atmosfera dei centri che troverete lungo la strada, scovare piccoli negozi di alimentari dove acquistare i famosi salami della zona, scegliere tra le tante ed invitanti trattorie dove fermarvi per una sosta golosa, dove degustare e magari fare scorta dei grandi vini di queste colline.
In questo senso, merita una visita Casteggio, con la sua rinomata Cantina Sociale. Dopodiché, superate Voghera, salite verso Salice Terme, visitate l’Abbazia di S. Alberto di Butrio, passeggiate per Varzi, raggiungete il Monte Penice che con i suoi soli 1460 metri vi permetterà di ammirare tutta la Pianura Padana, godetevi la strada che porta a Brallo di Pregola, lasciate l’auto per un pic-nic o per una bella passeggiata.
Troverete sicuramente panorami e sapori che vi rimarranno impressi, che vi riempiranno occhi e palato, che vi faranno ritornare su queste dolci colline. Buon viaggio!
Per saperne di più:
– Monet au coeur de la vie
Fino al 15 dicembre, Scuderie del Castello Visconteo, Pavia
– Autunno Pavese DOC
Mostra mercato delle tipicità agroalimentari
Dal 4 al 7 ottobre, Palazzo Esposizioni, Pavia
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Giulio Ciaffi