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Inter-Milan: nerazzurri in finale di Champions dopo 13 anni

L’Inter di Simone Inzaghi vola in finale di Champions League, un appuntamento che mancava esattamente da 13 anni, ovvero dal 2010, l’anno del celeberrimo “triplete” centrato dalla formazione allora allenata da José Mourinho. Si tratta della sesta finale di Champions/Coppa dei Campioni per il club meneghino, che vanta in bacheca 3 trofei di questo torneo. Traguardo meritato per i nerazzurri, che nel doppio confronto si sono dimostrati superiori al Milan di Stefano Pioli, giunto al momento clou della stagione con diversi giocatori in condizioni non ottimali e con poche energie mentali per via di una stagione particolarmente logorante.

Inter-Milan 1-0: Lautaro infilza Maignan

Inter e Milan si ritrovano davanti ad una settimana dal 2-0 ottenuto dai nerazzurri come squadra in trasferta (reti di Dzeko e Mkhitaryan). Inevitabile che la squadra allenata da Stefano Pioli debba cercare maggiormente di spingere sull’acceleratore per cercare la via della rete. Il ‘Diavolo’, però, si rende pericoloso solo in un paio di occasioni (Brahim Diaz e Leao poco lucidi sotto porta) nella prima frazione di gioco, mentre Theo Hernandez ci prova solo dalla distanza. L’Inter controlla e sale alla distanza, fino alla rete arrivata al 74’ della ripresa. Il gol porta la firma di un campione del mondo, Lautaro Martinez, che beffa un Maignan non proprio impeccabile sul primo palo. È notte fonda per i rossoneri, che non hanno più le energie fisiche e mentali per reagire.

Inzaghi batte Pioli: i top e flop della gara

La semifinale di Champions League dell’Inter porta la firma di Simone Inzaghi, che dopo aver azzeccato il piano gara dell’andata, si è trovato la strada spianata al ritorno, con Pioli costretto ad osare, senza però sbilanciarsi più di tanto per non peggiorare le cose. Prova di maturità da parte di Lautaro Martinez, che dopo il campionato del mondo ora sogna la Champions League, conquistata con il gol numero 99 in maglia nerazzurra. Ci mette cervello e polmoni il turco Calhanoglu, che da regista prima e da mezzala poi, conferma di aver raggiunto una caratura importante a livello internazionale. Non ci sono insufficienze tra la fila dei nerazzurri, ma in difesa una nota di merito va ad Acerbi, che era sbarcato ad Appiano Gentile da rincalzo ed invece si è preso la leadership del pacchetto arretrato, tanto da diventare insostituibile.

Ci si attendeva indubbiamente di più dal Milan di Pioli, che ha compromesso la gara con l’approccio disattento della prima parte dell’andata. Difficile chiedere di più ad alcuni suoi giocatori. Leao ad esempio, che è andato vicino alla rete nella prima frazione di gioco, ma le condizioni precarie lo hanno portato a perdere brillantezza nel lungo periodo. Gioca quasi sempre spalle alla porta Olivier Giroud, con Bastoni e Acerbi che lo francobollano senza concedergli praticamente nulla. Lotta e si sbatte Tonali, ma non viene aiutato più di tanto da Krunic, mentre Messias è quasi un assente ingiustificato. Maignan, uno dei migliori in assoluto in stagione, ha trovato un errore nel momento più delicato.

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