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Carlo Tacchini e Gabriele Casadei medaglia d’argento nel C2 500

Sessantaquattro anni dopo l’Italia della canoa velocità torna sul podio olimpico nella specialità della canoa candese. A Roma 1960 Aldo Dezi e Francesco La Macchia (C2 1000) vinsero la prima medaglia nella storia della canoa italiana, uno splendido argento che oggi, ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, si rinnova con Carlo Tacchini e Gabriele Casadei nei C2 500 metri.

Sale così a 19 il medagliere olimpico della Federazione Italiana Canoa Kayak che, dopo l’oro di Giovanni De Gennaro nel K1 della canoa slalom, aggiunge la quindicesima medaglia nella disciplina della canoa velocità, la seconda della storia nella specialità della canoa canadese.

L’equipaggio azzurro disegna una tattica di gara perfetta sui 500 metri: uscita dai blocchi velocissima, con l’attacco in partenza da parte di Spagna e Ungheria. La Cina, in vantaggio, si stacca e prende la leadership. Per la conquista delle restanti posizioni del podio è un gioco di millimetri, con la prua tricolore che incalza il ritmo e, al passaggio degli ultimi 150 metri, aumenta il numero dei colpi mangiandosi letteralmente gli avversari. Dal settimo posto all’intertempo dei 250 metri, gli azzurri compiono una rimonta spettacolare puntando sulla loro cameristica migliore, ovvero la progressione, e chiudono in 1:41.08. E’ trionfo azzurro al fotofinish, dove dieci centesimi di secondo regalano all’Italia un emozionante argento sulla Spagna di Joan Moreno e Diego Dominguez, terzi in 1:41.18. Campioni olimpici i cinesi Hai Liu e Ji Bowen, medaglia d’oro in 1:39.48.

Carlo Tacchini e Gabriele Casadei sono entrambi piemontesi, appartenenti al Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro: ventinovenne il veterano di Verbania, 22 anni il capovoga di Ivrea (città della canoa slalom). Carlo Tacchini è cresciuto sportivamente sulle acque del lago Maggiore sotto la guida del campione olimpico Beniamino Bonomi e fin da giovane si afferma a livello internazionale nella specialità della canadese monoposto (C1). L’atleta di Verbania è alla sua seconda partecipazione olimpica dopo che a Rio de Janeiro 2016 si qualificò settimo in finale sui 1000m, diventando il primo italiano da Roma ’60 a raggiungere una finale olimpica. Non riuscì invece ad ottenere la qualificazione per Tokyo 2020. A livello individuale ha messo in bacheca un argento (2017) e un bronzo (2021) mondiale, oltre a cinque medaglie di bronzo a livello europeo.

Nel 2022 si forma l’equipaggio con Gabriele Casadei per costruire una barca competitiva nella nuova distanza olimpica del C2 500. L’atleta nato ad Ivrea, che compirà 22 anni tra due giorni (10 agosto), ha cominciato sulle acque del lago di Candia dove ha incontrato Misha Vartolomei, campione mondiale ed europeo con la Romania. Gabriele si è imposto subito a livello giovanile vincendo più volte tre volte il titolo Mondiale under 23 e due volte gli Europei. Nel 2016 le strade dei due si incrociarono per un momento, quando Casadei venne premiato al Canoagiovani di Caldonazzo proprio da Carlo Tacchini di rientro da Rio.

Il C2 azzurro ha ottenuto la qualificazione olimpica lo scorso anno con il settimo posto ottenuto ai Mondiali, insieme hanno vinto la medaglia d’oro ai Giochi Europei di Cracovia nel 2023 e il bronzo continentale quest’anno a Szeged. L’equipaggio è stato preparato a puntino dal tecnico federale delle Fiamme Oro, Alessandro Ventriglia sotto la guida del direttore tecnico Oreste Perri.

Il commento del Presidente Luciano Buonfiglio

“E’ una grande soddisfazione, sono orgoglioso di Carlo e Gabriele che oggi ha scritto una pagina di storia importantissima per la nostra Federazione. Il loro merito è quello di non aver mai spesso dio crederci e di aver lavorato sempre per l’obiettivo. In un contesto competitivo come quello olimpico abbiamo dimostrato anche in questa disciplina di poter essere protagonisti di successo. E’ una grande soddisfazione perché è la dimostrazione del percorso di qualità che la Federazione ha fatto in questi anni. Abbiamo uno staff tecnico eccellente, così come lo staff medico e la logistica.”

“Vuol dire che abbiamo pianificato ogni giornata, ogni trasferta, ogni momento con dovizia e professionalità. Certo ci vuole anche un po’ di fortuna ma questi risultati premiamo la Federazione nella sua interezza perché queste medaglie sono di tutte le nostre sociuetà, di tutti i nostri atleti e di tutti i nostri allenatori che ogni giorno lavorano per la crescita del nostro sport. Queste medaglie devono servirci da stimolo per lavorare ancora di più con metodo e terminazione, tutti insieme, partendo proprio dall’attenzione che daremo sempre di più alle società e ai tecnici societari con il coordinamento delle direzioni tecniche. La strada è stata tracciata e i risultati ci dicono in maniera incontrovertibile che è quella giusta”.

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