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Eto’o all’Anzhi Makhachkala, vediamo chi è il miliardario russo che l'ha voluto, la storia del club di Anzhi e dov'è la città del Daghestan dove si trasferirà Eto'o, in una delle regioni più inquiete della Russia del Nord per conflitti religiosi, etnici e terroristici

«L’Anzhi Makhachkala ha praticamente concluso l’affare legato ad Eto’o. I dettagli contrattuali con Eto’o sono stati già definiti. L’attaccante camerunese giocherà nella squadra di Makhachkala, ma firmerà solo dopo aver superato una visita medica». Con queste parole uno degli emissari del club russo, al sito lifenews.ru, ha praticamente ufficializzato il trasferimento del camerunense in Russia. Ma dove finirà realmente Eto’o? Cerchiamo di scoprirlo andando ad analizzare la città del club dell’Anzhi e, più in generale, la situazione della regione del Daghestan.

 

LA STORIA DEL CLUB – Il club dell’Anzhi Makhachkala venne fondato nel 1991 dal sultano Magomedov, ex giocatore della Dynamo Makhachkala, primo vero club della città di Anzhi.

  • Alla prima stagione nel campionato del Daghestan, regione russa della quale Makhachkala o, in dialetto locale, Anzhi, è la capitale, il club seppe farsi valere: vinse infatti 16 delle 20 partite divenendo così campione.
  • I propietari del club, visto l’ottimo risultato, decisero di iscrivere il club nelle serie inferiori del Campionato russo; solamente nel 1998, Gadzhi Gadzhiev, riuscì a portare il club in Premier Liga, ossia la massima serie russa. Nella stagione seguente ottenne un ottimo risultato: quarta piazza nella classifica finale.
  • Nel 2000 il club raggiunse la finale della Coppa di Russia, persa solamente ai rigori contro la Lokomotiv Mosca e disputò il turno preliminare di Coppa Uefa, venendo eliminata dagli scozzesi del Glascow Rangers; la partita, per motivi di sicurezza, venne disputata nel campo neutro di Varsavia.
  • Attualmente l’Anzhi si trova nella massima serie russa e, dopo 19 partite disputate è posizionata al quarto posto a quota 33 punti, otto in meno della capolista Cska Mosca.
  • Le ambizioni della società si misurano dagli innesti: Roberto Carlos in difesa, Zhirkov (acquistato dal Chelsea per 15 milioni di euro dopo il trascorso nel Cska Mosca), Mbark Bossoufa (190 partite disputate con l’Anderlecht), i promettenti brasiliani Jucilei e Diego Tardelli, Dzsudzsák acquisito dal Psv (44 gol in 114 partite) e soffiato a grandi club come il Napoli ed infine Isah Eliakwu con un trascorso in Italia tra Inter, Parma, Ascoli, Triestina, Spezia, Gallipoli e Varese.

 

L’AVVENTO DEL MILIARDARIO SULEJMAN KERIMOV – Nato a Derbent (Russia) il 12 marzo del 1966 è un imprenditore che, facendo parte dell’oligarchia russa, possiede moltissime quote azionarie di aziende come Gazprom, Sberbank e Polymetal.

  • Nel 2008 la rivista Forbes ha valutato il suo patrimonio in 17,5 miliardi di dollari americani, classificandolo al 36^ posto della classifica degli uomini più ricchi del mondo.
  • Dopo aver rivelato il club nel gennaio 2011, il 16 febbraio dello stesso anno ingaggiò Roberto Carlos, facendolo diventare il capitano della squadra; in seguito portò in Russia giovani brasiliani di talento come Jucilei e Diego Tardelli, oltreche l’attaccante Dzsudzsak, prelevato dal Psv per 14 milioni di euro.
  • Nei piani del miliardario russo c’è l’intenzione di investire almeno 1 miliardo di euro per costruire un nuovo stadio, nella capitale del Daghestan, di circa 40mila posti,  e 7 impianti sportivi nella regione, per evitare che l’Anzhi si debba allenare a Mosca, distante 3000 chilometri dalla capitale del Daghestan.

 

MAKHACHKALA: MA DOVE SI TROVA? – Ci troviamo in una delle città della Russia affacciata sul mar Caspio, capitale della Repubblica autonoma del Daghestan.

  • Fondata nel 1844 in onore dello zar Pietro il Grande, che visitò la fortezza Petrovskoe nel 1722, acquistò lo status di città nel 1857. La città, chiamata inizialmente Petrovsk Port, assunse il suo nome attuale nel 1922 in onore del rivoluzionario bolscevico Magomed-Ali Dakhadaev, il cui soprannome era proprio Makhac. La città venne pesantemente danneggiata, da un terremoto, il 14 aprile del 1970.
  • Con 11,8 °C di temperatura media annua, – 0,2 °C nel mese più freddo (gennaio) e 24,6 °C in quello più caldo (luglio), Machackala si trova al centro del Daghestan, sulla costa del Mar Caspio. Gli abitanti della città, secondo i dati del 2006, erano 466.300.

 

IL DAGHESTAN: STORIA DI CONFLITTI E TERRORISMO – Il Daghestan, repubblica della Federazione Russa, è l’area più grande del Caucaso settentrionale con i suoi 2,5 milioni di abitanti, divisi in: Avaro-Ando-Dido, Darghino-Lak, Samuro, Turchi azeri, Tati ed i Dagh Cufut, ossia gli ebrei delle montagne.

  • Una caratteristica peculiare del Daghestan, come si evince dalla divisione menzionata sopra, è l’estrema complessità etnica; quattordici popolazioni autoctone che parlano lingue ibero-caucasiche, turche ed iraniche.
  • Ciò che rende ancora più difficile il melting pot russo è il fatto che nessuna di queste etnie  daghestana prevalga numericamente sulle altre. Ciò ha reso il Daghestan, con la vicina Cecenia e l’Ingusezia, una delle repubbliche del Caucaso del Nord più inquieta ed instabile.
  • I conflitti presenti possono essere individuati in cinque macrogruppi: politico, coloniale (vogliono l’indipendenza dalla Russia), interetnico, religioso e criminale (molto attivi i settori del racket, del contrabbando e del traffico di droga).
  • Oltre ai sopracitati motivi di contrasto, in Daghestan sono all’ordine del giorno episodi di violenza, sparatorie ed operazioni speciali condotte dall’esercito verso gruppi di guerriglieri di non facile identificazione ideologica.
  • Kasumbek Amirbekov, capo della “direzione investigativa del comitato presso la procura della FR per il Daghestan”, sostiene che nel solo 2008 sono stati compiuti 101 attentati alla vita di agenti di polizia oltre a 4 atti terroristici, un terzo dei quali non ancora risolto.
  • Una delle idee per alleggerire i conflitti è stata l’introduzione di una “proporzionale etnica”: lo scopo è quello di far in modo che ogni etnia presente, ciclicamente, possa avere la carica di presidente. Ovviamente quando a capo vi è un’etnia, le altre sono scontente e danno il là ad episodi di violenza.

 

ETO’O, OK I SOLDI, MA NE VALE LA PENA? – I soldi sul piatto sono tanti: 30 all’Inter e 20 netti annui al giocatore; ma vale veramente la pena di trasferirsi in questa remota ed insicura zona del pianeta?

  • L’attaccante camerunense, che il 10 marzo ha compiuto “appena” 30 anni, dopo aver iniziato nel Real Madrid è passato nel gennaio del 2000 al Maiorca, nell’estate del 2004 al Barcellona e, cinque anni più tardi, è approdato all’Inter.
  • Con 257 gol in 501 presenze rappresenta, tutt’ora, uno dei migliori bomber in circolazione nonché un professionista serio ed esemplare ammirato e rispettato dall’intero mondo del calcio.
  • Approdare nella città di Makhackala significa uscire dal calcio europeo e, difficilmente, potervi far ritorno, se non tra qualche anno quando sarà effettivamente a fine carriera.
  • Beckham e Cannavaro sono solo alcuni esempi di top player che hanno deciso di appendere le scarpette al chiodo andando a riempire il proprio portafoglio in America e Dubai, ma l’hanno fatto, rispettivamente, a 33 e 38 anni.
  • Va bene che l’idea dei 20 milioni di euro netti all’anno sarebbe allettante per chiunque, c’è da dire però che un giocatore come Eto’o percepisce emolumenti da top player da circa 5 anni ed all’Inter riceveva uno stipendio di poco superiore a 10 milioni di euro, non proprio poco, anche se praticamente la metà della nuova offerta russa.
  • Teniamo a riprecisare che, come descritto nel paragrafo sopra, la zona in cui andrebbe a trasferirsi non è la più vivibile, tranquilla e rilassante del mondo: tensioni politiche, indipendentiste, criminalità organizzata e terrorismo scatenano quotidianamente scontri ed insurrezioni.
  • Senza contare che, per allenarsi, c’è da superare un viaggio di 6000 chilometri, tra andata e ritorno, destinazione Mosca. Come se, all’Inter, si decidesse di allenarsi a Goteborg, Riga piuttosto che Istanbul: una vera pacchia.

 

CURIOSITA’ – Della serie, “Ma lo sapevate che?”:

  • Nonostante riconduciamo ogni città russa all’estremo nord, Makhackala, a differenza della capitale Mosca, si trova fondamentalmente sulla stessa linea di Pescara.
  • Il presidente del club dell’Anzhi, Sulejman Kerimov, in occasione del 38esimo compleanno di Roberto Carlos, capitano della sua squadra, gli ha regalato una Bugatti Veyron da 900mila euro. L’auto, che può superare i 400 km/h, è stata trasportata in Brasile, a San Paolo.
  • Lo stesso Roberto Carlos è stato però vittima di un episodio deplorevole che potrebbe capitare anche ad Eto’o, non comunque nuovo a dover subire episodi di razzismo: lo scorso giugno, durante un match del campionato russo, il laterale brasiliano ex Inter si è visto lanciare da un tifoso una banana. È il secondo “incidente” di questo tipo: il primo episodio a marzo prima dell’inizio del match tra Zenit San Pietroburgo ed Anzhi.

 

LE CONCLUSIONI – Il nostro viaggio nella nuova capitale del calcio russo è terminato.

  • Siamo sicuri che se Eto’o ed il suo entourage leggessero questo articolo, ci penserebbero qualche volta in più prima di accettare un trasferimento in quel di Makhackala, capitale del Daghestan.


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Matteo Torti

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