Topi Milano tra via Bergamini e Piazza Santo Stefano, degrado a due passi da Duomo e Università Statale: l’inchiesta
Davvero insospettabili il degrado e la sporcizia che s’incontrano a pochi passi dal Duomo. Ad accompagnarmi in questa mia nuova inchiesta è Andrea S., la cui famiglia è proprietaria fin dal 1900 di una nota e prestigiosa gioielleria del centro; Andrea mi spiega di essere davvero esasperato dai continui disagi che, ormai da anni, affannano questo quartiere di rara bellezza.
A POCHI PASSI DAL DUOMO – Da piazza Duomo, mi dirigo in piazza Fontana e imbocco via San Clemente. Dopo aver attraversato via Larga e percorso via Bergamini, mi trovo di fronte all’Università Statale di Milano. Giro a destra di via Festa del Perdono e arrivo in piazza Santo Stefano.
“UNA PIAZZA PARCHEGGIO” – All’ingresso del selciato situato di fronte alla splendida chiesa di Santo Stefano, c’è un cartello che segnala l’esistenza di un’area pedonale.
- Nonostante la presenza del cartello che consente l’accesso ai soli veicoli diretti all’interno delle proprietà private, osservo che ci sono alcune automobili parcheggiate;
- Non essendo asfaltato, l’acciottolato non è in grado di sopportare il peso eccessivo delle vetture che ci passano sopra (“Ogni anno il selciato è da buttare e da rifare completamente” – inizia a spiegarmi Andrea S.);
- Come mi suggerisce l’edicolante di piazza Santo Stefano, basterebbe chiudere l’ingresso della chiesa con pistoni di ferro o semplicemente installare una sbarra a scorrimento che consenta l’ingresso ai soli residenti;
- Al centro della piazza sono disponibili altri parcheggi delimitati dalle strisce blu (“Con tutto il parcheggio che c’è a disposizione, non capisco perché si ostinino ad entrare in un’area pedonale, peraltro segnalata da un apposito cartello stradale”).
INCURIA E HOMELESS NELLE AREE VERDI – Andrea S. mi segnala che un altro problema di piazza Santo Stefano è la carenza di manutenzione del verde:
- Osservo che le aiuole sono piene di escrementi, rifiuti e cartacce (“Tutto è abbandonato, il Comune se ne dimentica”). Al contrario, il prato di via Larga nel quale è collocata la statua di Carlo Porta è curato e pulito (“Probabilmente perché quella strada è più visibile da automobilisti e passanti”);
- Per limitare il problema dei topi, in un’aiuola sono stati rimossi i cespugli. La soluzione si è rivelata inefficace dal momento che il numero di topi non è affatto diminuito e l’area si è trasformata in un orinatoio per homeless;
- Mi accorgo, inoltre, che l’impianto d’irrigazione non è interrato né tanto meno funzionante (“Se solo il Comune curasse di più il verde della zona, diminuirebbe il numero dei topi”);
- I residenti e i commercianti si sono offerti di curare personalmente le aree verdi del loro quartiere, ma la loro proposta è stata rifiutata in modo categorico;
FESTEGGIAMENTI DOMENICALI OPEN AIR: CATTIVI ODORI E RATTI – Anche la messa diventa problematica in piazza Santo Stefano:
- L’edicolante mi racconta che una volta terminata la messa domenicale, gli immigrati festeggiano e banchettano all’aria aperta fra i cespugli incolti di piazza Santo Stefano;
- Oltre al fumo e ai cattivi odori, purtroppo gli immigrati usano anche abbandonare i loro rifiuti nel prato o gettarli contro l’edicola;
- I resti di cibo abbandonati nelle aree verdi comuni attirano topi e contribuiscono in questo modo a peggiorare lo stato di degrado nel quale da anni purtroppo si trova la piazza (“Non è razzismo, per carità, è solo una questione di convivenza civile”).
SENSI UNICI SBAGLIATI E MAI RIMOSSI – Dopo il sopralluogo in piazza Santo Stefano, mi dirigo in via Festa del Perdono, di fronte all’Università Statale di Milano:
- Il nostro lettore mi spiega quindi che, per consentire le riprese di un film sulle stragi di Piazza Fontana, sono stati cambiati i sensi unici di via Festa del Perdono e di via Bergamini;
- Nonostante le riprese siano terminate da mesi, nella via permangono i cartelli di senso unico (“Non ci si spiega quale sia la loro utilità”);
- Noto che ai piedi dei cartelli stradali ci sono ancora i sacchetti di colore arancio contenenti sabbia, posizionati giustappunto per segnalarne la presenza momentanea e provvisoria.
PANCHINE SCOMODE E POCO PRATICHE PER DONNE E ANZIANI – Ulteriori disagi sono legati alle nuove panchine costruite su decisione del neo assessore Pierfrancesco Maran nel piccolo parco di largo Francesco Richini:
- Appena arrivo, osservo che le assi e il basamento del tavolo costituiscono un tutt’uno con la panchina stessa, rendendo particolarmente difficoltoso sedersi;
- Mi rendo conto, quindi, che le panchine, seppur siano state pensate appositamente per i giovani studenti dell’Università Statale, risultano poco pratiche per gli anziani e per le donne che indossano la gonna (“Per sedersi bisogna inarcare le gambe o entrare dall’alto”).
VIA BERGAMINI – La mia inchiesta si conclude nel luogo dal quale è partita e cioè da via Bergamini, la via medievale che collega via Larga con via Festa del Perdono:
- Come mi racconta Andrea S., la via è diventata passaggio pedonale nel 1992: il divieto di accesso alle automobili non autorizzate è sancito da un apposito cartello stradale;
- Malgrado il divieto, noto che un furgone e molti motorini sono parcheggiati lungo la storica via (“Molte macchine entrano da via Larga per fare retro-marcia o, in mancanza di posteggi, vi parcheggiano direttamente”);
- Anche qui la sporcizia e il degrado non mancano: osservo, infatti, che i muri della via sono tappezzati di manifesti e di graffiti;
- I negozianti avevano già precedentemente chiesto all’assessore De Corato d’intervenire con un progetto di riqualificazione urbana e di relativa pavimentazione, tuttavia, il loro appello non venne ascoltato.
LA SPERANZA E’ L’ULTIMA A MORIRE – Nonostante una petizione firmata da più di 200 persone e le numerose segnalazioni, apprendo che la precedente giunta comunale non si è mobilitata per risolvere i numerosi problemi del quartiere;
- Al cambio di Amministrazione, residenti e i commercianti della zona hanno, quindi, scritto nuovamente agli assessorati comunali competenti;
- A distanza di 4 mesi, però, non si sono verificati né miglioramenti né tanto meno sono stati avviati progetti di riqualificazione urbana;
- Non resta che attendere e sperare in un intervento del Comune, che possa ridare all’intera zona l’antico splendore di un tempo.
COSA NE PENSANO I CITTADINI? – Il dibattito è ovviamente aperto: tutti i lettori sono invitati ad esprimere la propria opinione e a raccontare la propria esperienza.
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Francesco Tempesta