Arrestato l’assassino di Saronno: “Non volevo uccidere”
E’ stato fermato mercoledì sera dagli agenti del Nucleo investigativo di Varese. Si sono rese necessarie diverse ore di interrogatorio, ma alla fine, A.M., 32 anni, con piccoli precedenti alle spalle, ha confessato: sarebbe lui lo spietato rapinatore che lo scorso 3 agosto ha ucciso M.A.G. nella sua gioielleria di Saronno.
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La vittima, 62enne proprietaria di un negozio di bigiotteria nella città degli Amaretti, si trovava all’interno del suo esercizio quando, verso le 16.20, un cliente ha varcato la porta d’ingresso.
Le immagini delle telecamere di sicurezza vagliate dagli inquirenti mostrano un uomo, vestito con bermuda quadrettati e maglietta, che per un lungo arco di tempo – ben 45 minuti – si intrattiene con la venditrice, visionando collane e bracciali come un qualsiasi fidanzato alla ricerca di un regalo per la sua compagna. I minuti trascorrono senza che il 32enne, apparentemente sereno e controllato, si decida ad acquistare alcunché.
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All’improvviso però, – sono circa le 17, – un movimento rapido e deciso: il malvivente, brandendo un astuccio rigido portagioielli, colpisce violentemente alla testa la donna. E, quando la 62enne si accascia spaventata e dolorante, la furia dell’aggressore si scatena.
Per circa una trentina di secondi la donna viene colpita con una gragnuola di calcio e pugni in ogni punto del corpo. Gli stessi investigatori rimangono basiti per la “violenza incredibile” dell’attacco.
Poi, con la vittima esanime distesa sul pavimento, il criminale comincia a fare incetta di gioielli: sono le l7,30 quando le immagini delle telecamere lo immortalano nell’atto di uscire dalla porta sul retro, con il bottino sottobraccio.
Quando il figlio della 62enne, poco dopo le 20, ritrova la madre riversa senza vita sul pavimento, nel suo stesso sangue, allerta immediatamente i Carabinieri. I rilievi sulla scena del delitto si protraggono per ore: si cerca freneticamente qualche indizio che possa portare sulle tracce dell’assassino.
Nei giorni seguenti, tra lo sgomento degli abitanti di Saronno per quanto accaduto, le immagini delle telecamere vengono diffuse a livello locale e nazionale.
Centinaia di segnalazioni cominciano a giungere agli uomini dell’Arma, ma nulla che possa realmente portare a una soluzione del caso. Questo fino a quando, però, mercoledì sera, un uomo di 32 anni, originario di Caronno Pertusella ma residente a Bollate con la compagna, viene sottoposto a fermo con la gravissima accusa di omicidio.
Ad incastrarlo, secondo le prime indiscrezioni, la segnalazione di un cittadino bollatese che, insospettitosi per la sua somiglianza con l’assassino delle foto segnaletiche, ha avvisato i militari.
“Non volevo uccidere”, avrebbe provato a giustificarsi, in carcere, il 32enne, che entrato nel negozio per una banale rapina, ad un certo punto avrebbe perso drammaticamente la testa.
Ora toccherà al Gip di turno convalidarne o meno il fermo.
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S.P.