Inaugurata la “Casa di l’abilità”, la prima struttura italiana che ospiterà bambini disabili abbandonati alla nascita e in affido temporaneo
La Casa di L’abilità è il primo esempio italiano di residenza speciale dedicata a 2 tipologie di piccoli ospiti:
- bambini con grave disabilità rimasti soli, ossia non riconosciuti alla nascita oppure allontanati dal nucleo di origine per decreto del Tribunale dei minori (otto posti);
- bambini i cui genitori devono assentarsi temporaneamente e non sanno dove lasciare i figli, (2 posti).
Frutto di una fattiva collaborazione tra associazionismo, pubblico e privato, l’iniziativa de l’Abilità Onlus è convenzionata con il Comune di Milano ed è sostenuta da una cordata di quattro Fondazioni (Cariplo, De Agostini, Oliver Twist e Umano Progresso) che con un contributo di 610mila euro hanno finanziato il costo complessivo del primo anno di gestione.
“Con questo progetto – ha dichiarato il Sindaco Letizia Moratti – diamo una risposta concreta ai bisogni dei bambini con disabilità, privilegiando le situazioni di particolare disagio, e sostenendo allo stesso tempo le famiglie. Un percorso di accoglienza che mette al centro la famiglia e crea strumenti innovativi per sostenerla e aiutarla a superare momenti di fragilità e di emergenza. Un progetto importante che si avvale dell’impegno di più fondazioni e che vede, ancora una volta, pubblico e privato lavorare insieme per la tutela, in questo caso, del diritto all’infanzia”.
“L’Assessorato alla Salute ha accolto con entusiasmo e piena partecipazione programmatica la proposta di far parte di questo progetto di accoglienza – ha detto l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna. – Abbiamo dunque sottoscritto una convenzione con L’Abilita’ Onlus affinché questa residenza diventi un’opzione stabile nell’insieme dei servizi per i disabili previsti dal Comune di Milano e in particolare dal Settore Handicap e salute mentale dell’Assessorato alla Salute”.
“Riteniamo infatti che il progetto sia un paradigma virtuoso e costruttivo di come si possa coniugare l’esigenza di rispondere alla domanda di aiuto e supporto della cittadinanza – ha concluso Landi, – che è compito precipuo delle istituzioni, e l’intraprendenza del privato: di un privato che ha desiderio, volontà, senso di responsabilità civile e compartecipazione etica di fare parte di quel grande disegno a più voci che è la costruzione di una città a misura di essere umano, attenta alle fragilità, fertile di risorse e in ultima istanza, dunque, accogliente nella misura più vasta e solidale possibile”.
Per parlare con la coordinatrice della comunità: 320- 97.36.658
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