Cronaca

Corso Buenos Aires, arresto di un clandestino con pedigree di 22 violazioni. A tradirlo, un parcheggio in doppia fila

Polizia Locale Milano (foto d'archivio)Non si è mai troppo attenti, e i particolari fanno la differenza. Luogo comune? No, regole di vita da osservare attentamente! 

Tutto è accaduto per un parcheggio negligente, dettato forse dalla fretta, forse da un po’ di indolenza verso la viabilità convulsa di Corso Buenos Aires. E in un attimo è stato scoperchiato un vaso di Pandora per il clandestino 50enne di origine serbo-croata che, ieri, ha parcheggiato l’auto in doppia fila, intralciando il traffico in via Aldovrandi.

 

Gli agenti della Polizia Locale di Zona 3 hanno infatti notato il veicolo, e hanno chiesto i documenti al suo proprietario. Fin dalla prima occhiata, però, patente e carta d’identità sono sembrate palesemente false, dato subito accertato e confermato dal laboratorio dei falsi documentali del Nucleo Radiomobile della Polizia Locale.

 

E c’è di più: l’uomo è risultato anche in possesso di documenti bulgari contraffatti e validi per l’espatrio, nonché inottemperante un ordine di espulsione della Questura di Milano. Ma non è ancora finita, perché il 50enne è risultato essere una “vecchia conoscenza” della Polizia, dalla quale era già stato fermato ben 22 volte! A suo carico la violazione alle leggi sull’immigrazione e diversi reati. In particolare, nonostante fosse finito in manette 4 volte, notevole il curriculum di reati “predatori”, tra i quali furto, tentato furto aggravato, possesso di strumenti per scasso ma anche falso materiale e guida senza patente. L’arresto, è stato immediato.

 

Grazie al laboratorio del nucleo Radiomobile della Polizia Locale, nei primi 3 mesi del 2010 sono stati 369 gli accertamenti di falsificazione di documenti, tra i quali un vero “boom” per passaporti carte d’identità, patenti, permessi di soggiorno. Oggi, le carte d’identità bulgare e romene sono le più contraffatte d’Europa, soprattutto dopo che dal 2007 Romania e Bulgaria sono entrate a far parte della Unione Europea, e quindi hanno involontariamente aperto una veloce scappatoia ai clandestini desiderosi di accaparrarsi lo status comunitario.

 

Di Redazione

Foto per gentile concessione Ambrosiana Pictures

 

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