Tentata rapina banca Quarto Oggiaro Milano, arrestato ladro “da strapazzo” in via Pascarella
Era il 7 febbraio scorso quando un pregiudicato di 30 anni, italiano, si era messo in testa di rapinare la filiale Unicredit di via De Roberto, a Quarto Oggiaro. Ma quella mattina, dopo essere entrato nell’agenzia, non gliene era andata bene una. Roba da far impallidire Virgil Starkwell, il ladruncolo da strapazzo di “Prendi i soldi e scappa”, di Woody Allen. E così, aveva fatto dietro-front e se n’era tornato a casa.
BRACCATO A DUE MESI DI DISTANZA – Due mesi trascorsi, evidentemente, con la sicurezza di averla fatta franca o, comunque, di non aver destato particolari sospetti nelle forze dell’ordine.
– Senonché, nella mattina di sabato 5 aprile 2014, gli agenti del commissariato di Quarto Oggiaro lo hanno arrestato proprio nel suo appartamento di via Pascarella. Letali, a quanto pare, le impronte digitali che avrebbe disseminato, ingenuamente, sui vetri della banca quella “disgraziata” mattina.
LA VICENDA – Secondo quanto ricostruito, Il 30enne fece irruzione nell’agenzia armato di coltello da cucina. Con l’arma prese a minacciare i clienti e i dipendenti dell’istituto di credito.
– A un certo punto, scavalcò anche il vetro divisorio, nel tentativo di raggiungere una delle cassiere. Ma le urla di una suora, cliente abituale della banca, lo innervosirono, ritardandone l’azione.
– La situazione, però, precipitò davvero quando gli impiegati gli fecero notare di non essere in grado di aprire la cassaforte temporizzata. ‘E’ solo questione di un paio di minuti’, gli dissero per non innervosirlo oltre. Si sarebbe trattato, quindi, di mantenere il sangue freddo e attendere ancora un po’.
– Ma la tensione gli giocò un brutto scherzo. Decise di averne abbastanza. E da lì a mollare tutto il passo fu breve. Pochi secondi, infatti, e già era in strada. Ma a mani vuote.
– Si rintanò in casa. Passarono i giorni e tutto taceva. “E’ fatta. Niente soldi, ma anche niente galera”. O forse no.
FATALI LE IMPRONTE DIGITALI – Nel frattempo, infatti, le indagini degli investigatori sono proseguite. Fino a quando le attenzioni degli inquirenti si sono concentrate proprio sul 30enne, nonostante al momento dell’azione avesse il viso celato da un passamontagna.
– Ad incastrare definitivamente il pregiudicato sono stati i risultati delle analisi delle impronte digitali con cui l’uomo ha tappezzato il vetro divisorio di una delle casse.
– “E’ fatta”. Ma per gli agenti, questa volta, a cui non è rimasto altro da fare che raggiungerlo nel suo appartamento e ammanettarlo.
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S.P.