È stata emessa la sentenza del Consiglio di Stato circa la richiesta di sospendere la chiusura del campo nomadi in via Idro a Milano.
L’appello era stato presentato dalle famiglie di via Idro ma, i giudici della Quinta sezione del Tribunale di Milano, hanno confermato quanto già stabilito dal Tar di Lombardia il 17 dicembre 2015 quando, visti i rischi sulle aree occupate e considerate le soluzioni abitative messe preventivamente a disposizione dal Comune per tutte le famiglie autorizzate a dimorare in via Idro, le autorità giudiziarie hanno ritenuto non vi siano “sufficienti elementi di fondatezza” per il ricorso. Di conseguenza autorizza il Comune ad eseguire l’ordinanza.
In tre anni Palazzo Marino ha accolto 1.345 persone nelle strutture emergenziali e di accoglienza del Comune, di cui 558 minori. Un percorso che vede valorizzato anche il lavoro di operatori sociali e di enti del Terzo settore milanese, individuati attraverso bandi, che collaborano nel percorso di inclusione sociale.
Nei prossimi giorni, conclude Palazzo Marino, “le famiglie di via Idro saranno invitate a uscire dal campo e trasferirsi nelle soluzioni individuate dal Comune, peraltro già da loro visitate. Immediatamente dopo si provvederà, in accordo con la Prefettura, ad allontanare chi non ha rispettato l’invito e a procedere al recupero dell’area di via Idro per pulirla e metterla in sicurezza”.
“Il Comune dice di aver chiuso 3 campi nomadi e fatto 600 sgomberi – replicato Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e capolista di Fratelli d’Italia–Alleanza Nazionale alle Comunali 2016, – ma il modo tutto ‘arancione’ di chiudere i campi ha fatto sì che tutti i nomadi rimanessero in città. E pure a spese nostre, con case e mobili pagati. È lo stesso Comune che dà le cifre, ammettendo che ‘sono state 1.345 le persone accolte nelle strutture emergenziali e di accoglienza del Comune’.
“Ricordiamo, solo per citarne un paio – ha aggiunto De Corato –, la determina del giungo 2015 che affidava alloggi popolari ad associazioni che avrebbero poi potuto destinarle ai nomadi, con tanto di ‘accompagnamento socio-educativo’. O l’altra determina di gennaio 2016, che stanziava addirittura i soldi per comprare i mobili a tre famiglie provenienti da via Idro e via Negrotto. Il problema – conclude De Corato –, è che il centrosinistra non sa cosa vuol dire ‘sgomberare’. Al massimo sa ‘traslocare’ da un posto all’altro mettendoci anche i soldi. Sgomberare veramente vuol dire mandare i nomadi fuori dalla città, come facevamo noi, non accoglierli nelle case popolari che tanti milanesi poveri stanno aspettando da anni”.