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Arresto rip deal Milano, analisi fenomeno, truffe, info

poliziaIl 20 giugno scorso la Polizia di Stato ha sequestrato, a Milano, beni mobili e immobili intestati ad un cittadino di origine slava, per un valore di oltre 500.000,00 €.
Il Decreto emesso il 12 giugno 2017 dal Tribunale di Milano, su proposta del Questore di Milano Marcello Cardona, ha definito il sequestro, eseguito dai poliziotti della Divisione Anticrimine, dei beni acquistati con denaro illecitamente accumulato da un uomo di anni 35, residente nella provincia milanese e condannato per reati inerenti il patrimonio e la truffa con la modalità del RIP DEAL (letteralmente “affare strappato), ma soprattutto senza intraprendere alcuna attività lavorativa.
L’uomo ha fornito agli agenti di polizia generalità sempre diverse e discordanti, ben diciassette, rendendo arduo e difficoltoso agli investigatori la ricostruzione dei suoi crimini.
“Sin dal 1995, unitamente a suoi connazionali di origine slava, ha commesso una pluralità di furti in abitazione – ha spiegato la Questura di Milano in un a nota –, anche ai danni di note personalità quali la vedova Trussardi. Infatti nel 2009, insieme ad altri tre soggetti, si è introdotto nell’appartamento di Piazza Duse, di proprietà di Maria Luisa Gavazzeni, (vedova Trussardi) che era privo di antifurto, circostanza di cui l’uomo era a conoscenza, avendo effettuato nei giorni precedenti numerosi sopralluoghi con il pretesto della consegna di una pianta. Il 35enne, dopo essersi arrampicato al secondo piano e aver forzato la portafinestra con un grimaldello, ha asportato la cassaforte contenente gioielli, del valore di due milioni di Euro”.
Nonostante le numerose condanne, l’uomo ha continuato a delinquere e nel 2008 ha effettuato un deciso “salto di qualità” imponendosi, unitamente ad altri connazionali, nel ramo delle truffe con le modalità tipiche del fenomeno criminale conosciuto con il nome “RIP DEAL”: “Detta tecnica prevede il cambio fraudolento di valute – continua la Questura –, promettendo considerevoli guadagni dovuti a un cambio vantaggioso per la futura vittima. La ‘truffa’ viene posta in essere solitamente da gitani di origine serbocroata che, fingendosi facoltosi uomini d’affari, contattano le loro vittime mostrandosi interessati all’acquisito di immobili, opere d’arte, gioielli, orologi, etc. messi in vendita da questi ultimi attraverso inserzioni su riviste e tramite internet, salvo poi portare il discorso su un’operazione di cambio o su una transazione di contanti. In un secondo momento, in alberghi di lusso offrono alla vittima l’opportunità di un cambio valuta estremamente vantaggioso. Successivamente all’incontro, avvenuto lo scambio mediante la consegna di banconote recanti la dicitura facsimile, avviene il repentino allontanamento dei truffatori”.
I provvedimenti adottati nel tempo dall’Autorità Giudiziaria, di condanne penali definitive e di misure alternative alla detenzione, l’ultima avuta nel 2010 dal Tribunale di Milano, non sono stati sufficienti ad arginarne né lo stile di vita, né tantomeno la tendenza a delinquere. L’uomo, non svolgendo alcuna attività lavorativa, conduceva una vita agiata, con la sua capacità di  raggirare le vittime camuffandosi da ricco uomo d’affari presso hotel di lusso, e proprio presso un Hotel a 5 stelle di Milano adiacente al Duomo, nel 2014, ha truffato un cittadino cinese sottraendogli due orologi del valore complessivo di  110.000,00 € e, l’anno precedentemente, aveva truffato un cittadino tedesco attraverso la vendita di un presunto immobile.
“Questa tipologia di truffa viene eseguita da più persone organizzate ed esige una messa in scena tale da indurre le vittime a fidarsi del proprio interlocutore – prosegue la Questura –, il quale le riceve in alberghi e ristoranti di lusso presentandosi a bordo di autovetture di grossa cilindrata; infatti il truffatore è stato proprietario delle seguenti auto:  Bmw 320 acquistato nel 2006 per un valore di € 28.000,00; Porsche Cayenne acquistato nel 2007 per un valore di € 65.000,00; Audi Q7 acquistata nel 2008 per un valore di € 68.000,00”.
Le conseguenti indagini patrimoniali condotte dagli agenti della Divisione Anticrimine hanno consentito di ricostruire l’intero patrimonio dell’uomo, costituito da una villa su quattro livelli, box, terreno e da un immobile ad uso commerciale a Baranzate (MI), per un valore complessivo di circa 500.000,00 €.
“All’atto dell’esecuzione del sequestro – ha concluso la Questura –, gli investigatori hanno trovato un’autovettura Porsche modello Turbo S per il valore di oltre 200.000,00 € e una Audi Q7 del valore di oltre 90.000,00 € con le quali, molto probabilmente, stava per compiere altre truffe”.

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