Durata processi Italia, costano oltre 850 milioni
I tempi della giustizia fanno penare: non è una novità, bensì purtroppo una riconferma, che attesta che in tutta Italia (città più, città meno), ci sono stati circa 700.000 i procedimenti relativi alla legge Pinto, che riguarda l’eccessiva durata dei processi, con una spesa per risarcimenti che alla fine del 2016 registrava 450 milioni di euro già erogati e 406 milioni da erogare. “Si può considerare quale risparmio di spesa si potrebbe realizzare per lo Stato là dove – spiega durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario il presidente della Corte d’appello di Milano, Marina Anna Tavassi – si riuscisse a contenere i tempi della giustizia entro i limiti del giusto processo”.
Passa il turno Milano, che ha raggiunto l’obiettivo sia in primo che in secondo grado, e la scarsità dei procedimenti per equa riparazione proposti “ne è la piena conferma”. Si è passati dagli 86 casi del 2016, agli 82 del 2017, dato “estremamente positivo”, rispetto alla Corte di appello di Roma e Napoli che vedono rispettivamente 1.698 e 1.354 procedimenti nel 2016 (pur mostrando dati in calo). Nel distretto di Milano – dove migliora la situazione degli organici e diminuisce l’arretrato – la durata media dei processi penali scende a un anno e cinque mesi, poco meno di quattro mesi per gli imputati detenuti. Nel settore civile la media flette a 21 mesi, il comparto lavoro ha una durata di due anni e quasi quattro mesi.
Sul civile ‘pesa’ l’aggravio dei procedimenti di protezione internazionale, resta alto il contenzioso in materia di lavoro e responsabilità professionale, si contrae il numero della cause bancarie ma “rimane di particolare rilievo” il contenzioso finanziario relativo a emissioni obbligazionarie di società italiane ed estere. Il distretto della corte di appello di Milano ha raggiunto “obiettivi più che soddisfacenti, tanto da porre il nostro territorio all’avanguardia nel Paese” e tale da rendere la città “capace di reggere il confronto con le più avanzate giurisdizioni europee”, conclude la Tavassi.
(Fonte: Adnkronos.com)