Premiato il progetto sul reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza
150mila euro in arrivo da Regione Lombardia

Si chiama “Il Filo di Arianna – Oltre il labirinto” e si tratta di un progetto dedicato alle donne vittime di violenza che vede come Capofila la Cooperativa Azimut, in collaborazione con diverse realtà del territorio impegnate sul tema del lavoro quali APA Confartigianato Imprese Milano, Monza e Brianza, Cooperativa Prima e associazione Xsquì. Partner principali e necessari alla presentazione del progetto sono i Centri Antiviolenza presenti nel Nord Milano: il Centro Antiviolenza VeNUS – attivo da un decennio con sede a Cinisello Balsamo, che vede anche la presenza di due sportelli decentrati a Sesto San Giovanni e a Cologno Monzese, gestito dal Comune di Cinisello Balsamo – e il Centro Antiviolenza “Lo Sportello Donna”.
Il Progetto “Il Filo di Arianna – Oltre il labirinto” ha ottenuto il finanziamento massimo previsto da Regione Lombardia pari a 150mila euro, posizionandosi al primo posto nella graduatoria regionale che vedeva 29 progetti candidati di cui 11 finanziati. Rivolto espressamente alle donne vittime di violenza seguite dai centri antiviolenza da almeno 6 mesi, ha come obiettivo la presa di consapevolezza da parte delle donne, e proprio il rafforzamento dell’autonomia economica rappresenta uno degli strumenti per il loro reinserimento sociale.
Come nel mito greco Arianna dà a Teseo un lungo filo di lana per trovare la strada per uscire dal labirinto, allo stesso modo il progetto si propone di accompagnare le donne vittima di violenza nel difficile percorso verso la rinascita personale e l’autonomia economica e sociale.
Diverse le azioni previste, tutte volte al reinserimento lavorativo delle donne: si va da workshop motivazionali a momenti di incontro con i soggetti portatori di interesse del territorio, con azioni di conciliazione dei tempi casa-lavoro che consentono di fronteggiare nel concreto le difficoltà quotidiane che incontrano le donne, spesso prive di rete parentale e con disagi di natura economica. Sempre in ottica conciliativa, sono state pensate azioni per supportare anche la mobilità casa-lavoro. Il servizio sarà modulato sulla base delle necessità e delle esigenze di ciascuna donna e prevede anche l’accoglienza e gestione dei bambini in tenera età.
Sono inoltre previsti progetti di formazione, alfabetizzazione informatica e riqualificazione professionale anche in modalità laboratoriale. Il percorso contempla tirocini extra curricolari e al termine l’inserimento lavorativo.
Un progetto che risponde alle sempre crescenti richieste di aiuto e accompagnamento da parte delle donne del territorio che ha visto nel 2023 ben 175 donne rivolgersi al centro antiviolenza di cui 134 seguite con prese in carico. La fascia di età più colpita è quella che va dai 31 ai 40 anni (28%). Quanto al livello di occupazione, il 54% sono lavoratrici (molte senza regolare contratto) e il 29% risultano disoccupate o inoccupate.
“Sono molti gli elementi che entrano in gioco nelle donne vittime di violenza: bassa autostima, precarietà economica, paura, dipendenza affettiva, timore di allontanamento dei figli, speranza nel cambiamento del maltrattante. A fronte di tale complessità è chiaro come un’azione di accompagnamento mirata al cambiamento delle condizioni possa essere di grande aiuto. Il progetto va proprio in questa direzione, puntando soprattutto al reinserimento lavorativo e alla conseguente ripartenza, alla tutela del benessere psicologico delle donne e dei figli eventualmente coinvolti”, spiega l’assessore al Welfare e Centralità della Persona Riccardo Visentin.