Scienza e Tecnologia

Italiani e sigarette elettroniche: scopriamo se qualcosa è cambiato

Entrate in scena con grande effetto, con il passare del tempo qualcosa è cambiato, dai pareri discordanti degli esperti al diverso utilizzo delle stesse. Nonostante questo cambio di scenario, sembra che il rapporto tra gli italiani e la sigaretta elettronica non sia mutato di molto. Forse è un po’ meno nitido, ma non cambiato. Ancora oggi il maggior utilizzo delle e-cig è quello di sorta di placebo per tentare di raggiungere l’obiettivo di non rientrare più nella categoria “fumatori”. Un percorso difficile, ma possibile. Non sono pochi quelli che grazie a questo percorso sono riusciti a smettere definitivamente con il fumo.


Sigarette elettroniche: come funzionano

Quella delle e-cig è una diffusione relativamente nuova in Italia, stessa cosa però non si può dire per la sua nascita. Il primo brevetto, infatti, è stato depositato nel 1965 da Herbert Gilbert e il primo prodotto è stato commercializzato a Pechino nel 2003, molti anni dopo. Da quel momento la loro fortuna è stata sempre crescente tanto da farle diventare per molti degne sostitute delle sigarette tradizionali.

Il loro meccanismo è abbastanza semplice, si tratta di un dispositivo a batteria che fornisce nicotina da inalare attraverso una soluzione nebulizzata. Motivo per cui è conosciuta anche come vaporizzatore personale e i suoi fumatori chiamati svapatori.

Ogni volta che si inala, la sensazione fisica è simile a quella che si percepisce quando fumiamo la sigaretta con tabacco. Si tratta di una semplice sensazione perché il meccanismo e gli effetti sono completamente differenti. Del resto è proprio per questo che è nata la sigaretta elettronica: rappresentare un’alternativa, possibilmente meno nociva, al fumo dei tabacchi lavorati, quindi quelli di sigarette tradizionali, pipe e sigari.


Sigarette elettroniche: qualche dato

Secondo alcuni studi realizzati, in Italia gli svapatori sono 1,3 milioni di cui molti fanno uso contemporaneamente anche delle sigarette tradizionali. Non è così strano, perché quella del fumo di tabacco è un’abitudine radicata e per questo difficile da abbandonare.

Il risparmio invece con il fumo “elettronico” si aggira intorno al 50% rispetto alle spese sostenute per il metodo tradizionale.

La nicotina contenuta nel liquido utilizzato deve essere indicata sulla confezione e la sua concentrazione deve essere tra 0 e 20 mg/ml.

Dati che sembrano essere a favore delle e-cig, anche se tra gli esperti i pareri sono profondamente discordanti. Ancora oggi, infatti, non si è arrivati a una definitiva conclusione su questo alternativo modo di fumare, ma ogni giorno ci sono studi in atto per cercare di raggiungere una soluzione definitiva.

Se si pensa che in Italia circa il 65% dei fumatori ha provato a smettere con nulli risultati e che oggi i fumatori sono 11 milioni, è chiaro che quello del fumo (non dimentichiamo quello passivo) è un tema ancora caldo che necessita di soluzioni rapide che siano relative alle sigarette elettroniche o a qualsiasi altro elemento, purché siano risolutive.

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