Università Cattolica, polemiche al congresso sull’immigrazione presieduto oggi dal Sindaco Letizia Moratti
Si è svolto oggi presso l’Aula Magna dell’Università Cattolica il convegno “Per un’integrazione Possibile”, in occasione della presentazione della ricerca “Processi migratori e integrazione nelle periferie urbane”.
Tra gli altri erano presenti anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni, il prefetto Gian Valerio Lombardi e S.E. Mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.
Tanti gli argomenti trattati dal Sindaco, dalla politica di sostegno rivolta alle associazioni che operano nel privato e nel sociale, agli interventi finalizzati, invece, a promuovere l’integrazione scolastica, come ad esempio il progetto ‘Start’, voluto poiché gli alunni stranieri a Milano sono circa il 15,3% della popolazione scolastica stessa, in netta maggioranza rispetto al valore nazionale che, invece, si ferma al 6,4%.
“Per garantire una sempre maggior integrazione e coesione sociale tra i cittadini – ha detto infatti il Sindaco Letizia Moratti, – il Comune di Milano ha attuato una politica sull’integrazione di chi rispetta la legge e sul rafforzamento della sicurezza. Le linee guida di intervento sono orientate alla solidarietà, all’accoglienza e all’integrazione nel rispetto della legalità e delle leggi, con una politica di cospicui investimenti nella scuola e nel sostegno alle associazioni che operano nel privato e nel sociale, per creare azioni di sistema a sostegno del tessuto sociale, educativo ed economico che permettano l’integrazione a tutti gli stranieri regolari”.
Contemplata anche la nuova politica abitativa, che troverà la sua piena realizzazione con il Piano di Governo del Territorio e che “superando il concetto di quartieri ghetto” ha sottolineato Moratti, “promuoverà moderne soluzioni urbanistiche e sociali in un mix abitativo tra locazione e case di proprietà, spazi commerciali e servizi.”
“Abbiamo messo in campo – ha aggiunto il Sindaco – una strategia su più livelli che, da una parte, agisce sulla sicurezza e dall’altra rafforza i servizi di accoglienza, orientamento, assistenza e soccorso. Penso all’incremento dei custodi sociali, che intercettano i bisogni del quartiere e che svolgono un’importante funzione di prevenzione e di sostegno, penso al grande lavoro di confronto condiviso con le associazioni, le parrocchie, le scuole, i circoli culturali e sportivi che operano sul territorio.”
Poi gli interventi si spostano sul piano della sicurezza:
“Sul piano della sicurezza, nel segno della collaborazione che Milano porta avanti con il Governo, abbiamo proposto una modifica delle norme sulla clandestinità,” ha detto il sindaco, “in modo da prevedere l’espulsione anche nei casi di clandestini con altri procedimenti in corso in Italia. Attualmente coloro che hanno procedimenti pendenti per altri reati, infatti, non possono essere espulsi, almeno fino alla conclusione del processo giudiziario. Chiediamo”, precisa Letizia Moratti rivolgendosi al Viminale, “di assorbire nelle norme sulla clandestinità anche i reati predatori come scippi, furti e rapine, in modo che sia possibile l’espulsione immediata anche quando la persona clandestina deve rispondere alla giustizia italiana di altri reati”.
A questo punto, la frase della discordia:
“E’ di tutta evidenza che un clandestino, se è clandestino, normalmente delinque: non ha un lavoro regolare. E quindi, fino a quando non ha avuto un lavoro regolare, è difficile che possa avere un percorso positivo.”
Immediato il brusio di disapprovazione da parte di un’ala della platea, e quindi la precisazioni del Vice Sindaco e Assessore alla Sicurezza Riccardo Decorato, che spiega come “a Milano 8 reati su 10 sono commessi da extracomunitari clandestini, ma i buonisti fanno finta di nulla”.
Successivamente anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha aggiunto: “Il sindaco non ha detto che clandestino è uguale a criminale: in Cattolica si stavano presentando i dati di una ricerca”.
A fronte di tutto ciò, invitiamo i nostri lettori ad esprimere la propria opinione.