Cronaca

Arrestati 5 usurai, 30 le vittime e giro d’affari di 500mila euro tra Milano e Varese

EuroL’operazione è nata nello scorso maggio ed è stata condotta dai Carabinieri di Milano e dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Varese.

LA DENUNCIA DI UNA VITTIMA – E’ stata una delle vittime a rivolgersi alle Autorità denunciando quanto stava subendo dagli usurai, che lo avevano perseguitato fino a fargli cambiare abitazione.

I METODI DI CONVINCIMENTO– Le vittime venivano “esortate” a saldare i pagamenti di fine mese attraverso varie tecniche, attuate dai membri dell’organizzazione guidati dal loro capo che, già con precedenti penali per spaccio di stupefacenti alle spalle, ora è stato accusato di attività illecita di intermediazione finanziaria. Tra le ritorsioni riferite l’incendio delle attività lavorative, nonché un vasto uso di botte e percosse, fino a rompere il setto nasale e spezzare i denti delle vittime morose.

LE INDAGINI – Le indagini, svoltesi tra Varese e Milano, sono state coordinate dal Sostituto Procuratore di Varese Raffaella Zappatini, e hanno permesso di accertare l’esistenza di 30 vittime.

IL GIRO D’AFFARI – Il giro d’affari messo in piedi dall’attività criminosa dell’organizzazione era di 500.000 euro. La banda applicava tassi mensili del 20% (oltre il 200% annuo) su prestiti da 4.000 a 60.000 euro.

LE VITTIME – Tra i soggetti colpiti dalla banda vi erano soprattutto piccoli imprenditori e famiglie in condizioni economiche estremamente difficoltose. Per i pagamenti la banda accettava non soltanto contanti ma anche, sembrerebbe emergere dalle indagini, immobili o prestazioni lavorative gratuite presso alcune imprese edili di loro interesse.

 IL RICICLAGGIO DEL DANARO – I proventi delle attività criminose venivano riciclati proprio all’interno del settore dell’edilizia, attraverso imprese facenti capo ai malavitosi stessi, oppure attraverso un giro di false fatturazioni. Secondo quanto emerso, la pressione psicologica esercitata sulle vittime era talmente violenta che, nel terrore di poter subire più gravi rivalse, alcuni usurati si sono rifiutati di collaborare con le Autorità, pur sapendo che così facendo avrebbero potuto rischiare di essere accusati di favoreggiamento.

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Di Redazione

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