Assolto Mauro Rozza, culturista che uccise moglie con 60 coltellate: totalmente incapace sarà però ricoverato in un ospedale psichiatrico per 10 anni
E’ stata emessa sentenza per il caso Mauro Rozza, l’ex campione italiano di pesi massimi e body building, è stato assolto dopo che il 17 aprile 2009 uccise la moglie con sessanta coltellate.
L’UCCISIONE DELLA MOGLIE – Secondo quanto ricostruito, Rozza, che soffriva di depressione, aveva accoltellato la moglie per motivi causati da un litigio ritenuto dagli Inquirenti “banale”, andandosi poi a costituire grazie ai consigli del padre.
LE ACCUSE – Rozza era stato quindi accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi e dal fatto di averlo commesso sulla moglie.
LA RICHIESTA DI 20 ANNI DI RECLUSIONE – Lo scorso 29 ottobre, durante il processo con rito abbreviato, il PM Giancarla Serafini aveva chiesto per l’imputato la condanna a 20 anni di reclusione, sulla base di una precedente perizia psichiatrica svolta con la formula dell’incidente probatorio all’avvio dell’inchiesta, che aveva concluso per la semi incapacità.
L’ASSOLUZIONE CON LA MISURA CAUTELARE DEL RICOVERO IN UN OSPEDALE PSICHITRICO – Oggi è arrivata la sentenza: Rozza è stato assolto per piena incapacità di intendere e di volere, e i giudici della prima Corte d’Assise, che hanno fatto svolgere una nuova perizia su richiesta del difensore, hanno disposto nei confronti dell’ex campione la misura di sicurezza del ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario per 10 anni.
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di Redazione