Barriere disabili Odontostomatologico Paolo Pini Milano: “Sindaco, Assessori, venite voi in carrozzina!”
Essere costretti a muoversi su di una carrozzina, che sia a causa di un’invalidità temporanea o, peggio ancora, permanente, non è sicuramente cosa facile da accettare. Oltre alle immaginabili implicazioni psicologiche, bisogna anche fare i conti con una serie di impedimenti di carattere pratico che, spesso, trovano la loro causa principe nelle cosiddette “barriere architettoniche”. Si tratta di elementi costruttivi in sé banali ma che, in taluni casi, possono tramutare la quotidianità di un disabile in un vero e proprio inferno: scalini, porte strette, ostacoli, pendenze eccessive, o spazi ridotti. Un elenco che potrebbe essere lunghissimo, ma che molti diretti interessati hanno imparato a conoscere sulla propria pelle, giorno dopo giorno, fin troppo bene.
DOPO DUE MESI NULLA E’ CAMBIATO – E’ il caso, ad esempio, della signora C., cittadina milanese che, per la seconda volta in pochi mesi, è tornata a scrivere alla nostra Redazione (redazione@cronacamilano.it, ndr) in merito ai grossi disagi che deve affrontare ogni qualvolta debba accompagnare la zia disabile, 86enne e in carrozzella, presso una struttura pubblica. In questo caso, il Centro Odontostomatologico “Paolo Pini” di via Ippocrate 45, a Milano.
– “Ormai siamo arrivati al mese di novembre ma devo constatare che, nonostante tutte le segnalazioni, la situazione è rimasta invariata, senza che nulla sia cambiato”, l’amara considerazione della nostra lettrice.
DEGRADO E BARRIERE ARCHITETTONICHE AL “PAOLO PINI” – Era il 26 settembre scorso, quando il suo sfogo aveva trovato spazio nelle nostre pagine: “Personale qualificato, gentile e paziente, ma i marciapiedi sono privi di scivoli, ci sono muretti insormontabili e, quando c’è la raccolta dell’immondizia, si è obbligati a passare per strada, con pericoli e rischi”.
– Il tutto, in una struttura che “assiste ogni giorno centinaia di utenti”, non aveva mancato di sottolineare la lettrice. Dal suo racconto, inoltre, emergeva che anche il parco presente all’interno della struttura – che gli assistiti, ovviamente, avrebbero tutto il diritto di trovare in ordine e in condizioni di praticabilità – presentava pericolose buche lungo i viali alberati, diventando una palude impraticabile nei mesi invernali.
– Per non parlare, poi, dei “marciapiedi privi di salita per disabili, invasi da sacchetti e cassonetti che obbligano il passaggio per strada con tutti gli annessi pericoli del caso”. A coronamento del tutto, “un insormontabile muretto che anticipa l’entrata priva di ascensore”. Una testimonianza che poneva parecchi dubbi sul come la nostra città avrebbe potuto superare la prova Expo, quando “rappresenteremo la Città modello per il Mondo (…) che però ai nostri disabili di periferia non renderà né rispetto, né onore”.
MA LA LEGGE PARLA CHIARO – Qualcuno potrebbe obiettare che, in realtà, ad un mese e mezzo di distanza dal nostro ultimo articolo, pretendere l’abbattimento delle barriere architettoniche segnalate sia quantomeno utopistico. Ma che nemmeno sia stata imbastita la benché minima iniziativa atta a migliorare la percorribilità delle aree destinate al pubblico, lascia davvero l’amaro in bocca.
– E pensare che il diritto parla fin troppo chiaro. La legge quadro 13/89 stabilisce, infatti, i termini e le modalità in cui deve essere garantita l’accessibilità ai vari ambienti, prestando particolare attenzione – guarda caso – proprio ai luoghi pubblici.
QUEGLI OBBLIGHI DA RISPETTARE – Ma a far luce sugli obblighi che ne derivano è soprattutto il d.m. 236/89, secondo il quale gli spazi – affinché ne sia garantita la regolare fruizione alle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale – devono presentare i seguenti requisiti:
– Accessibilità: ovvero, la possibilità di raggiungere agevolmente l’edificio e le sue pertinenze, fruendo di spazi ed attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia;
– Visitabilità: accesso agli spazi di relazione (alloggio, luogo di lavoro, servizio o incontro) e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare;
– Adattabilità: possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati, allo scopo di renderlo completamente ed agevolmente fruibile.
SINDACO, ASSESSORI, CONSIGLIERI DI ZONA INVITATI IN CAROZZINA – L’occasione, dunque, per rimediare – in considerazione della possibilità di adattare gli spazi “in corso d’opera” – ci sarebbe. Ma “quando mancano le braccia ai pensieri e le azioni non hanno visibilità, lo sconforto per i piu’ bisognosi è grande”, è il triste monito della nostra lettrice.
– Che concludendo il suo intervento lancia anche una provocazione: “Avremmo voluto organizzare una giornata – conclude – a dimostrazione dei disagi, portando su una carrozzella il sindaco, gli assessori e i consiglieri di zona, per far provare loro, personalmente, le difficoltà. Per un solo giorno, soprattutto adesso che il maltempo aumenta le difficoltà”.
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S.P.