Cultura e Società

Il “gioco buono” di As.tro incontra la città di Napoli

Certamente As.Tro ha scelto una strada irta di difficoltà per presentare alle varie città situate lungo la Penisola il suo progetto di “gioco buono anche per il territorio” che sta avendo dei “successi”, ma non quanto ne meriterebbe come accade per il mondo dei casino online gratis. La presentazione anche alla città di Napoli quindi si presenta con alcune asperità relative al regolamento del gioco che lo limita a cinque ore giornaliere di attività che non potrebbero sostenere alcun esercizio, neppure quello alimentare o calzaturiero. Figuriamoci poi una attività ludica che, magari, ha un affitto dei locali “pesante” e risorse come dipendenti.

Quindi l’incontro con il Comune di Napoli è diventato essenziale in questa “crociata di As.Tro” nel quale verrà sostenuto che vi può essere un approccio diverso con “questo mondo ludico” che sia condivisibile dal territorio, dai cittadini: la conseguenza di una mancanza di rapporto con le strutture è che il gioco, quello lecito però, sarà costretto ad abbandonare il territorio in mani illecite che sono già pronte ad accogliere un bel “portafoglio clienti”, già disponibile a giocare ovunque si trovi. E questo visto che l’illegalità e le sue attività non conoscono ordinanze, orari, accensioni e spegnimenti: là tutto è lecito, a parte le autorizzazioni ad esistere che… non esistono.

Ora,il gioco napoletano come detto, può “vivere” solo cinque ore al giorno come da regolamento comunale vigente da oltre due mesi, mesi in cui gli operatori hanno ricavato notevoli perdite economiche: ma questo regolamento e la sua validità sono stati confermati dal Tar Campania e dal Consiglio di Stato e quindi, sono assolutamente legge. Ovviamente, però, regolamentare non vuol dire abolire, vuol dire disciplinare ed As.Tro farà riferimento all’indirizzo preso dalla città partenopea per aprire un confronto con l’amministrazione, chiedendo in primo luogo un atto di chiarezza, e poi sottoporrà il suo progetto “Un gioco buono anche per il territorio” già illustrato in numerose altre città italiane, come detto nelle prime righe, e che ha come obbiettivo quello di allestire una gestione del gioco “sinergica tra istituzioni e operatori, per garantire ai territori presidi di legalità, professionalità, responsabilità e trasparenza ed anche naturalmente collaborazione con gli organismi socio sanitari”.

As.Tro, che si occupa anche del mondo dei casino online con croupier dal vivo, si rifiuta di ammettere che il gioco sia il solo ed unico male assoluto di Napoli e se così dovesse essere riconosciuto “si disponga il divieto assoluto del gioco legale” così accettando l’accesso di solo quello malavitoso. Altrimenti bisognerebbe cominciare a capire che la logica dei divieti sul gioco serve solo a spostare il problema vero e reale a quella della gestione mediatica del fenomeno. Se la città di Napoli continuerà nel proprio atteggiamento “quasi persecutorio” nei confronti del gioco legale dovrà prendere anche coscienza degli effetti concreti che con questo atteggiamento vengono a concretizzarsi e nel caso della città partenopea sono a dir poco scontati e già ricavabili dai primi mesi di applicazione del regolamento.

Ed As.Tro in questo incontro continuerà a ribadire come un mantra al quale si unisce anche chi scrive: “vietare è l’antitesi del regolamentare” ed insisterà, per quanto possibile per ottenere una sorta di impennata di qualità nella regolamentazione del gioco lecito, impennata che porterà beneficio operativo alla città ed etica imprenditoriale da parte degli operatori del gioco: la città ne trarrà beneficio così come le attività ludiche che non saranno costrette a scomparire.. dalla faccia del territorio.
(foto: wikipedia.org)

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