Nelle prime ore di mercoledì 10 maggio 2017, i poliziotti del Commissariato di Monza, in collaborazione con la Questura di Milano e il Reparto Prevenzione Crimine Lombardia, delle Questure di Bergamo, Mantova, Asti e Messina e con l’ausilio di squadre cinofile e della Polizia Scientifica, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare in carcere per 23 persone e agli arresti domiciliari per 4 persone.
Sono stati inoltre eseguiti 11 decreti di perquisizione personale e locale, emessi al termine dell’indagine denominata “Velarium”, condotta dal Commissariato di Monza tra Settembre 2015 e Luglio 2016, per i reati di tentato omicidio, traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, rapina ed estorsione, detenzione e porto abusivo di armi.
Partita dal tentato omicidio di un cittadino albanese, avvenuto il 25.09.2015 in un bar della periferia di Monza, l’indagine dapprima ha consentito di individuarne gli autori, due suoi connazionali in lotta con lui per il controllo del mercato della droga, e poi di scoprire la “piramide dello spaccio” tra Monza, Brugherio e Lissone – per un giro d’affari considerevole, con più di 300 cessioni di droga accertate ad oltre 150 clienti –, arrivando a individuare altri 6 giovani di Nova Milanese coinvolti nello spaccio e 2 giovani italiani ed una coppia di rumeni coinvolti nel traffico di armi.
L’attività investigativa ha portato i poliziotti a identificare anche un’intera famiglia di albanesi (padre, madre e figlio) residente a Monza da anni, attiva nel rifornimento di droga per altri spacciatori. In famiglia ogni componente aveva assegnato un compito: il padre trattava i grossi rifornimenti e il figlio le cessioni ad altri spacciatori. La madre, infine, si occupava della “copertura”, facendo sparire la droga a ogni minimo sospetto e, con la scusa di portare a passeggio il cane, controllando che nella strada sotto casa non fossero appostati poliziotti in borghese.
La totalità degli indagati ammonta a ben 40 soggetti, dei quali 19 italiani, 16 albanesi, 2 rumeni, 1 algerino, 1 marocchino e 1 polacca.
“Soprattutto i cittadini albanesi – ha dichiarato la Questura di Milano –, per la maggior parte in regola con il soggiorno e perfettamente inseriti nel tessuto sociale italiano, conducendo una vita in apparenza normale, nascondevano sotto questo “velo” i lauti guadagni derivanti dal commercio di cocaina. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati anche 140mila euro.