Recessione tecnica Italia, cosa significa ed effetti principali per gli italiani

TUTTI I DATI DELL’ISTAT – Come detto nel paragrafo introduttivo, l’Istat con la sua analisi preliminare ha evidenziato un calo del Pil del secondo trimestre del 2014 rispetto al primo trimestre dello 0,2%, mentre su base annua il calo è stato addirittura maggiore: – 0,3%.
– E la situazione non è certo migliore se si analizzano i dati in valore assoluto visto che il Pil del secondo trimestre del 2014 è, in Italia, il più basso addirittura dal secondo trimestre del 2000, 14 anni fa.
– E la doccia è ancora più fredda visto che il calo dei primi due trimestri del 2014 arriva proprio dopo che, sul finale del 2013, si iniziava a parlare di una luce in fondo al tunnel: proprio nell’ultimo trimestre dello scorso anno si era visto, dopo oltre due anni, il segno +. Una timida crescita dello 0,1% rispetto al terzo trimestre del 2013 che aveva messo fine a 9 trimestri consecutivi in negativo.
– Niente luce in fondo al tunnel. L’economia italiana non si sta riprendendo, anzi. Il calo continua e colpisce tutti i settori, dall’agricoltura all’industria, fino ai servizi. Nemmeno la domanda esterna ha saputo risollevare questi dati.
ITALIA IN RECESSIONE TECNICA: COSA SIGNIFICA? – Nemmeno il tempo di prendere coscienza dei dati che tutti hanno iniziato a parlare di una recessione tecnica per l’Italia. Ma cosa si intende per recessione tecnica e, soprattutto, per cosa si differenzia dalla normale recessione?
– In economia, genericamente, la recessione è vista come una situazione di peggioramento dell’attività produttiva, vedasi il Pil.
– Diversi sono i concetti di recessione tecnica e recessione economica. La recessione tecnica si ha quando il Prodotto interno lordo reale diminuisce per almeno due trimestri consecutivi. Ed è questo il caso dell’Italia che ha visto ridursi il Pil nel primo trimestre del 2014 (-0,1% rispetto al quarto trimestre del 2013) e nel secondo trimestre del 2014 (-0,2% rispetto al primo trimestre del 2014).
– La recessione economica, invece, si definisce tale quando la variazione del Pil rispetto all’anno precedente è negativa di almeno un punto percentuale, mentre se è inferiore all’1% si parla di crisi economica.
LE REAZIONI IN BORSA – Non si sono certo fatte attendere le ripercussioni di questi dati in Borsa. Milano chiude una giornata di forte tensione guidando le perdite europee e lasciando sul terreno lo 2,7%, chiudendo ai minimi da febbraio 2014.
– Anche il mercato obbligazionario ha subìto un’impennata; lo spread tra titoli italiani e tedeschi ha chiuso a 170 punti, dopo essere stato vicino ai 160 punti ad inizio mattinata.
IL COMMENTO DI PADOAN – Il momento è assolutamente delicato e Pier Carlo Padoan, numero uno del Ministero dell’Economia, lo sa bene. La prima cosa che tende a sottolineare è che l’Italia “non avrà certo bisogno della Troika. Il Paese deve riformarsi da solo e lo sta facendo. Dobbiamo farlo ancora più in fretta”.
– Non gufo, ma realista: “I dati dell’economia anche più recenti confermano un’economia che stenta a uscire dalla recessione. Rimango, però, convinto che esistano segnali positivi che andranno apprezzandosi nei prossimi trimestri e nei prossimi anni.
Parlo del 2015 e del 2016. E dico questo non per una banalità contabile, ma perché è importante mantenere una prospettiva di medio periodo”.
C’E’ IL RISCHIO DI UNA NUOVA MANOVRA FINIANZIARIA? – Chiudiamo con gli aspetti pratici. A molti italiani viene spontaneo chiedersi quali ripercussioni ci saranno sulla vita di tutti i giorni dopo il ritorno alla recessione. Nuove tasse? Una nuova manovra finanziaria?
– Pier Carlo Padoan ha voluto intervenire su questo tema, dichiarando ripetutamente che non ci sarà nessuna manovra correttiva dei conti visto che il rapporto deficit/Pil nel 2014 non supererà il limite del 3% e lo stesso per il 2015.
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Matteo Torti