Lite mortale Milano via Andrea Doria, chiesto omicidio volontario aggravato dai futili motivi per l’aggressione di Vittorio Petronella costata la morte ad Alessandro Mosele, 35 anni, una bimba di 4
A seguito dell’interrogatorio svoltosi subito dopo il tragico evento, il PM di Milano Antonio Sangermano ha formulato la richiesta al giudice per le indagini preliminari: la convalida del fermo per omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
I PROTAGONISTI DELLA TRAGICA VICENDA – Protagonisti della tragica vicenda sono due uomini di 71 e 35 anni:
- Vittorio Petronella, 71 anni, pensionato originario di Bari; ex direttore commerciale, incensurato;
- Alessandro Rosele, 35 anni, incensuarato, rappresentante, sposato con una bimba di 4 anni.
LA DINAMICA DELLA FURIOSA LITE – I fatti si sono svolti lunedì 25 luglio alle 15,30 circa al semaforo tra via Montepulciano e via Andrea Doria, zona piazzale Loreto.
- Qui i due uomini hanno iniziato a litigare per la precedenza, finché il motociclista ha sputato addosso all’automobilista dandosi poi alla fuga, scatenando in questo modo la furia del pensionato.
- Il 71enne, infatti, accecato dell’ira ha inseguito il 35enne lungo via Andrea Doria, riuscendo a speronare il suo scooter e facendolo quindi cadere a terra.
- A questo punto, sotto lo sguardo dei passanti, ha investito Alessandro Mosele e, completamente posseduto dal livore, ha addirittura fatto retromarcia per passarci sopra una seconda volta.
INVESTITA ANCHE UNA PASSANTE, VERSO LA QUALE PETRONELLA DOVRA’ RISPONDERE ANCHE DI LESIONI VOLNTARIE – Mentre si svolgeva la terrificante scena, è stata coinvolta anche una donna romena di 34 anni, sul posto con una bicicletta;
- dall’interrogatorio è emerso che, come impazzito, il 71enne ha investito anche lei puntandola appositamente;
- per questo motivo Petronella è stato anche accusato del reato di lesioni volontarie, rispetto al quale si dovrà pronunciare il GIP.
LA FOLLA CHE HA BLOCCATO L’AUTOMOBILISTA IN FUGA –
- Dopo aver investito due volte Mosele, il 71enne se ne sarebbe andato, tornando solo per recuperare la targa della propria auto, persa durante l’impatto con il 35enne.
- Il proposito di dileguarsi, a questo punto, è stato immediatamente impedito dalla folla dei presenti;
- proprio i passanti, agghiacciati per l’orrore e la violenza di quanto appena visto, hanno trattenuto Petronella fino all’arrivo della Polizia locale.
LA GIUSTIFICAZIONE DEL PENSIONATO: “MI HA SPUTATO ADDOSSO, NON VOLEVO UCCUDERLO” – Sia agli agenti che al PM il pensionato ha detto di non aver avuto intenzione di uccidere Alessandro Mosele, sostenendo di essere impazzito di rabbia quando il ragazzo gli ha sputato addosso.
LA MORTE DI ALESSANDRO – Il giovane, padre di una bimba di 4 anni, non è morto sul colpo.
- Dopo il primo investimento da parte dell’auto del pensionato, si è aggrappato alla targa della vettura venendo trascinato sull’asfalto.
- Successivamente, infatti, Petronella ha fatto retromarcia per investirlo una seconda volta.
- Non ancora spirato, il 35enne ha resistito fino all’arrivo dell’ambulanza con i volontari del 118;
- i soccorritori hanno caricato Mosele in barella e l’hanno subito trasportato alla Clinica Città Studi.
- Poco prima di essere nelle mani dei medici ospedalieri, tragicamente, Alessandro Mosele è spirato, dopo una lunga agonia causata dalle gravissime lesioni subite.
LA POSIZIONE GIURICA DI PETRONELLA E LE ACCUSE CHE RISCHIA –
- Dopo essere stato arrestato ed interrogato dal PM Sangermano, l’accusa ha formulato nei confronti di Vittorio Petronella la richiesta di convalida di fermo per omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
- A seguito di due notti trascorse in carcere, il pensionato comparirà oggi davanti al gip Enrico Manzi;
- il PM, nella sua richiesta, ha scritto: “È stato un crimine efferato, un raptus in assenza di continenza psichica ed etica». E ha sottolineato la “volontà omicidiaria” descritta anche da 4 testimoni oculari che hanno assistito al completo svolgimento dell’ennesima tragedia che per tanti giorni scuoterà la città di Milano, attonita e sconvolta dalla manifestazione di una violenza tanto efferata.
AGGIORNAMENTO del 28.7.2011 ore 9,00: Il Gip di Milano Enrico Manzi ha stabilisto che Vittorio Petronella debba rimanere in carcere, sussistendo la “grave pericolosità” del soggetto. Per tutti i dettagli dell’interrogatorio, CLICCA QUI
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Di Redazione