Condanna genitori Stefan, il bimbo Rom costretto a prostituirsi a 6 anni
La fine di un incubo che non smetterà mai di riaffiorare nella memoria di una vittima stravolta dagli orrori degli adulti.
Stefan, un ragazzino di soli 13 anni, l’orrore l’ha già vissuto fino agli strati più profondi della disperazione, fin da quando, nel 2004, quando non aveva ancora 7 anni, i genitori hanno cominciato a costringerlo a prostituirsi.
Secondo quanto emerso dalle shockanti indagini, per essere reso “più attraente” gli dipingevano le unghie dei piedi e delle mani con smalto rosso, e gli avevano fatto crescere i capelli: un incubo del quale artefici erano i suoi genitori, Vasile Caldararu e Floarea Pomana.
Nel 2005 il piccolo Stefan era stato prelevato dai servizi sociali dal campo di via Barzaghi, dove viveva con i genitori, e portato nella comunità di accoglienza “Centro bambino Maltrattato” di via Spadini; non ancora salvo, da qui il bimbo era stato rapito da 3 nomadi e riportato con la forza dai genitori, che si erano dati alla fuga col progetto di scomparire oltreconfine portandosi dietro tutti i loro figli.
A seguito di fittissime indagini, Stefan venne trovato 7 giorni dopo nell’appartamento di un altro nomade vicino alla famiglia, Iulian Iurulea.
Arrestati i genitori, nel luglio 2007 la coppia venne condannata a scontare 3 anni di carcere per concorso in sottrazione di minore, lesioni e porto abusivo di arma, pena che venne però cancellata dall’indulto.
Ieri, il Tribunale di Milano si è nuovamente pronunciato contro i due genitori mettendo finalmente fino all’incubo di Stefan, ora 13enne e adottato da una famiglia che gli ha saputo dare una vita finalmente normale e serena.
La coppia dovrà quindi scontare 18 anni di reclusione, per i due genitori l’accusa è di concorso in induzione alla prostituzione minorile e di violenza sessuale.
Assolti invece lo zio del bambino e un altro nomade.
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