Spari tribunale Milano, ronde esercito fuori dal Palazzo di Giustizia, ma la polemica sulla sicurezza continua
Da sabato 11 aprile 2015 una camionetta dell’esercito presidia il Palazzo di Giustizia di Milano. Lo stesso edificio in cui solo cinque giorni fa, in quella che sembrava una tranquilla mattina di aprile, Claudio Giardiello, immobiliarista imputato di bancarotta, armato di Beretta calibro 9 ha ucciso tre persone (il giudice Fernando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Claris Appiani, il signor Guido Erba) ferendone altre. La ronda fa parte del potenziamento delle misure di sicurezza dopo la strage: un giro attorno all’intero perimetro del Palazzo, a determinati intervalli, con una sosta a presidiare ciascuno dei quattro ingressi. È solo l’inizio, si spera. Tuttavia, la domanda che tutti si sono posti, all’indomani dell’accaduto, “come è stato possibile?”, risuona ancora forte nelle orecchie di molti. Tanto che la polemica non accenna a smorzarsi, prestando il fianco – come è facile in questi casi – alle critiche della politica.
DE CORATO: “PRESIDI DELL’ESERCITO COME A PISA” – Riccardo De Corato, Vice-presidente del Consiglio comunale di Milano e Capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale in Regione, non si è lasciato trovare impreparato. “Milano faccia come Pisa e richieda l’uso dell’esercito, a fianco delle forze di Polizia, a difesa dei tribunali e di altri punti sensibili della città – ha spiegato -. Una decisione, quella di proteggere i siti giudiziari e altri punti a rischio con l’esercito, presa nella ‘rossa’ Toscana, da sempre governata dalla sinistra. La difesa delle persone non può infatti avere colore politico e non deve essere oggetto di demagogia”.
– Una critica, quest’ultima, che De Corato indirizza senza mezzi termini al sindaco Pisapia il quale, “appena insediatosi, ha cacciato i 434 soldati che presidiavano Milano, sostenendo di non voler dare l’immagine di una città militarizzata. A quanto pare la rossa Toscana la pensa diversamente dal sindaco arancione, il quale ha dovuto ricredersi e non far altro che accettare i seicento militari in arrivo per Expo, come stabilito dal Ministero dell’Interno”.
BEPPE GRILLO: “COME E’ STATO POSSIBILE?” – “Cosa è stato fatto per garantire la massima sicurezza del tribunale di Milano e di tutti i tribunali d’Italia da parte dei ministri dell’Interno e della Giustizia che si sono succeduti a partire da Maroni fino ad arrivare ad Alfano?”, se lo sta chiedendo anche Beppe Grillo dalle pagine del suo blog.
– “Nel tribunale di Milano – si legge – una persona ha sparato, ucciso tre persone, girovagato per le aule per oltre un’ora ed è poi potuta fuggire indisturbata. Come è potuta accadere una cosa simile nel tribunale di una delle più importanti città d’Italia e del mondo occidentale?”.
– L’ex comico se la prende poi con l’appalto sicurezza affidato nel 2011, a suo dire in tutta fretta, alla Allsystem. “Parliamo della stessa società che si è aggiudicata con una procedura `ristretta semplificata´ (dunque, senza alcuna gara) la gestione della sicurezza dell’Expo di Milano per 2,3 Milioni di euro, nonostante quella modalità di aggiudicazione sia consentita solo per contratti che non superino 1,5 Milioni di Euro”.
BALDUZZI, CSM, E SAPPE: “IL PROBLEMA SICUREZZA ESISTE” – E che a Milano ci sia stato un problema di sicurezza lo ribadisce anche Renato Balduzzi, consigliere del Csm, che in un’intervista a Radio Vaticana ha definito “impensabile che si possa entrare armati in un tribunale. C’è certamente un problema di sicurezza” per quanto riguarda i tribunali e che riguarderebbe “non solo le strutture ma la stessa organizzazione”.
– A fargli eco anche il Sappe, il sindacato autonomo di Polizia penitenziaria. “Quel che è accaduto nel Palazzo di Giustizia di Milano – si legge in una nota – è grave e inquietante, ma va detto con fermezza che la sicurezza dei cittadini non può essere oggetto i tagli indiscriminati e ingiustificati, che determinano come conseguenza anche l’affidamento a privati di compiti e funzioni che invece dovrebbero essere di competenza delle Forze dell’Ordine”.
PALMARA, CSM: “BASTA STRUMENTALIZZAZIONI” – Luca Palamara, consigliere del Csm ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, nel corso di un’intervista rilasciata a Sky Tg24 ha provato a smorzare un po’ i toni: “Basta con inutili strumentalizzazioni, serve unità e responsabilità”, “lo Stato faccia sentire la sua voce, tutte le istituzioni devono cooperare per questo”, “le parole del Capo dello Stato devono fungere da monito, di fronte a cui occorre un momento di riflessione”.
ARRESTO CONVALIDATO – Intanto, nella giornata di sabato, il gip del Tribunale di Monza, Patrizia Gallucci, ha convalidato il fermo di Claudio Giardiello, arrestato nella giornata di giovedì a Vimercate in semi flagranza. A suo carico, accuse pesantissime: omicidio plurimo aggravato dalla premeditazione, tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco, detenuta legalmente ma senza l’autorizzazione a portarla in giro.
– Si è tenuto domenica mattina alle 10, invece, l’interrogatorio di garanzia di Giardiello. L’uomo avrebbe dovuto essere interrogato sabato, ma dopo essersi presentato all’incontro in stato confusionale, ha avuto un malore, in seguito al quale sarebbe anche svenuto. Il gip ha disposto per lui anche una valutazione psichiatrica.
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S.P.
Foto: http://militarynewsfromitaly.com/