Con un omaggio agli avvocati di Tunisi, protagonisti del “quartetto del dialogo” Premio Nobel per la pace 2015, e un ricordo della tragedia del 9 aprile 2015 nel Palazzo di giustizia di Milano, costata la vita «all’avvocato, al magistrato, al testimone e al cittadino: i protagonisti della giurisdizione», il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, Remo Danovi, ha aperto il suo intervento nella cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario 2016. Esempi di indipendenza e autonomia, valori fondamentali della professione ma tuttora insidiati, anche dal legislatore: «L’avvocatura non può accettare che il disegno di legge sulla concorrenza, all’esame del Senato, consenta ai soci di capitale, finanziatori, non avvocati, la partecipazione nelle società tra professionisti: un condizionamento inaccettabile ai principi di indipendenza, autonomia, riservatezza e rispetto del segreto professionale, che scandiscono da sempre la nostra specialità costituzionale», ha ammonito Danovi. Contro questa ipotesi l’Ordine di Milano si è già espresso in atti ufficiali, e continuerà a discutere e denunciare pubblicamente gli effetti pericolosi della riforma.
Danovi si è poi soffermato sulle «molteplici, nuove possibilità di azione attribuite dall’ordina-mento all’avvocatura», a cominciare dalla funzione sociale «con l’impegno di moltissimi colleghi nelle iniziative di “educazione alla legalità” nelle scuole, nelle università e nei tanti servizi resi attraverso lo sportello del cittadino, la presenza nelle carceri, l’assistenza nei quartieri alle donne che subiscono violenze di genere, alle vittime dei reati informatici, dell’usura e dell’estorsione». C’è poi il contributo alla riduzione del contenzioso attraverso le forme alternative di composizione delle controversie, che Danovi ha definito «giurisdizione forense»: organismi di conciliazione e di mediazione, con 5mila ricorsi trattati nel 2015, «ma con un numero ancora esiguo di accordi che dovrà crescere nel 2016»; la camera arbitrale forense e l’organismo per la composizione della crisi da sovraindebitamento, tutti già costituiti dall’Ordine. La negoziazione assistita ha prodotto 500 accordi «che costituiscono titolo esecutivo e, nelle cause di famiglia, producono addirittura effetti costitutivi di un nuovo status, fino a oggi prerogativa della sola giurisdizione ordinaria».
In tema di attività di formazione, l’Ordine nel 2015 ha accreditato oltre mille corsi e seminari, la metà dei quali gratuiti (frequentati dall’80% dei partecipanti). Ne ha organizzati direttamente, con la Fondazione forense, quasi 200 frequentati da ben un terzo del totale dei partecipanti, sempre con larga prevalenza dei corsi gratuiti. Ai corsi hanno partecipato 24.500 professionisti (per un totale di 57mila presenze) in gran parte milanesi ma anche di altri ordini, soprattutto lombardi.