È successo sabato 16 aprile 2016 alle 19,00 circa in un palazzo presso il Cavalcavia Monte Ceneri, in zona corso Sempione: arrestata una coppia di cittadini cinesi per spaccio di shaboo e indagata a piede libero una seconda coppia, sempre di cittadini cinesi, che nella propria abitazione contraffacevano abiti che poi rivendevano facendoli passare per capi di marca. Tutti i cittadini sono risultati abitare nello stesso appartamento, nonostante non siano parenti, e hanno tutti numerosi precedenti alle spalle.
Alcuni movimenti sospetti sono stati notati da tre agenti del commissariato Sempione liberi dal servizio: un giovane è uscito dal portone dell’edificio e, camminando fino in piazza Firenze, ha poi proseguito in via Bartolini.
Qui il giovane ha consegnato una dose di droga a un connazionale e, vista tutta la scena, gli agenti sono poi intervenuti.
Mentre il cliente è riuscito a dileguarsi, il pusher è stato bloccato. Passati alla perquisizione del giovane, i poliziotti hanno rinvenuto diversi grammi di droga e contanti nelle tasche dei suoi pantaloni: nella tasca destra, 10,20 grammi di shaboo avvolto in varie confezioni di cellophane; nella tasca sinistra 70 euro in contanti. Il giovane è stato quindi arrestato.
Gli agenti sono passati poi ad ispezionare l’abitazione del pusher, dove non sono mancate ulteriori sorprese.
All’interno dell’appartamento, infatti, c’era una ragazza cinese che, appena visti i poliziotti, ha cercato di nascondere un cuscino e, per questo, ci si è seduta sopra.
Senza riuscire ad ingannare gli agenti, i poliziotti hanno rinvenuto, all’interno dell’oggetto, 1.800 euro in contanti e 5 confezioni di shaboo. Altre 2 dosi di droga erano posate su un tavolo e, la ricerca, ha portato allo scoperto anche diversi grammi di cocaina, un cellulare, un bilancino di precisione.
Ma c’è di più. E sempre nel medesimo appartamento è stata scoperta un’altra coppia di connazionali, con tre figli minori, dedita alla contraffazione di capi di abbigliamento.
Secondo quanto appurato, la coppia possedeva un armadio colmo di abiti contraffatti o ancora da preparare, in modo da farli sembrare di marca.
La coppia, una volta identificata, è risultata avere numerosi precedenti, ei due coniugi sono stati indagati a piede libero.