La Polizia di Stato ha rinvenuto e sequestrato tre pistole semiautomatiche con relative munizioni, due silenziatori artigianali e più di 1 chilo di hashish all’interno dei locali sotterranei di uno stabile in via Saint Bon.
Ieri mattina, gli agenti del Commissariato di PS Lorenteggio della Questura di Milano hanno svolto un’attività investigativa, volta a frenare le attività criminali diffuse e limitare la crescita della delinquenza, soprattutto quella organizzata che trae linfa anche dal degrado sociale. Dopo ore di osservazione e controllo nei pressi del complesso residenziale di edilizia popolare ubicato in via Saint Bon 6, i poliziotti sono intervenuti all’interno delle cantine dell’edificio, trovando un dedalo di corridoi seminterrati in forte stato di abbandono: durante il sopralluogo degli agenti hanno trovato i locali sotterranei in pessime condizioni strutturali, composti da singole cantine praticamente abbandonate, quasi tutte con porte senza serrature o addirittura divelte.
Gli operatori, con estrema attenzione, sono arrivati così all’ingresso di una cantina apparentemente chiusa, ma in realtà solo in parte bloccata da una porta in metallo priva di serratura o lucchetto come le altre, ma posta in maniera da opporre una certa resistenza, quasi a voler scoraggiare i tentativi estemporanei o poco graditi.
Una volta aperta la porta, gli investigatori hanno trovato una serie di scaffalature metalliche inutilizzate e, in basso, nascosto alla vista, come uno dei tanti rifiuti abbandonati, un sacchetto in plastica di colore bianco al cui interno hanno rinvenuto tre pistole semiautomatiche, pronte all’uso. Due di esse erano infatti già complete di caricatori, riforniti delle opportune munizioni.
Insieme alle armi, due silenziatori di tipo artigianale, di 110 millimetri di lunghezza per trenta di diametro, curati al dettaglio con le relative filettature alle estremità.
Nel nascondiglio, oltre ad armi, munizioni e silenziatori, anche una cospicua quantità di sostanza stupefacente, 1034 grammi di hashish contenuta in un involucro avvolto con nastro da imballaggio di colore marrone e suddivisa in venti panetti di forma rettangolare recanti impressa la scritta ‘TULIP’.
In Commissariato, la successiva analisi delle armi ha permesso di stabilire che si tratta di:
– una pistola Beretta calibro 9 corto modello 1934, con matricola abrasa sia dal fusto che dal carrello, arma funzionale e perfettamente efficiente e che all’atto del rinvenimento si presentava col caricatore inserito e sette cartucce cariche calibro 9 mm corto (altri otto proiettili rinvenuti si adattano perfettamente a questa pistola e probabilmente facevano perciò parte del suo munizionamento);
– una pistola semiautomatica priva di marca del tipo a salve recante impresso sul fusto l’indicazione ‘Mod 85 Auto’. Si tratta però di un’arma che, sebbene originariamente a salve, è stata modificata nella sua funzionalità: la canna risulta infatti completamente forata, il meccanismo di percussione è invece perfettamente efficiente e all’’atto del rinvenimento l’arma risultava rifornita di sei cartucce cariche calibro 380 auto, con ogive tagliate artigianalmente alla metà della loro lunghezza;
– infine una semiautomatica Browning Patent calibro 7,65 recante impresso su fusto e carrello la matricola 683282, completa di caricatore ma priva di munizioni. Arma anch’essa comunque pienamente efficiente dal punto di vista funzionale.
Relativamente ai silenziatori si può aggiungere che sono costituiti da involucri metallici di costruzione verosimilmente artigianale e che sono stati verniciati di colore nero.
Il sequestro è stato eseguito a carico di ignoti e di esso è stata immediatamente informata l’Autorità giudiziaria alla quale verranno poi inviate anche le risultanze dei relativi accertamenti che seguiranno sulla provenienza di tali armi e su tutto quanto possa ad esse venir collegato.