La Polizia di Stato, il 14 novembre 2018, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 4 uomini, secondo gli Inquirenti riconducibili alle c.d. “pandillas”. All’ordinanza di custodia cautelare incarcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano, dott.ssa Alessandra Simion, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica dott.ssa Maria Letizia Mocciaro, ha dato esecuzione personale della Squadra Mobile della Questura di Milano.
Secondo quanto comunicato dalla Questura di Milano, i 4 cittadini sudamericani si sarebbero resi responsabili di tentato omicidio e rissa aggravata la notte dello scorso 3 giugno a Milano, nei pressi di una discoteca discoteca, ai danni di un minore di origini sudamericane.
Gli indagati, in concorso tra loro, avrebbero dapprima aggredito la vittima, sferrandogli pugni e calci (anche in direzione della testa) e, successivamente, uno di loro lo ha colpito più volte alla schiena e al costato con un coltello.
Una di queste ferite, molto profonda, ha raggiunto il polmone destro del minore, lacerandolo e causando un versamento interno, tanto da rendere necessario un drenaggio di circa mezzo litro di sangue dal polmone.
Le dinamiche del tentato omicidio, con particolare riferimento al luogo e alle modalità efferate
dell’aggressione, nonché le testimonianze assunte nell’immediatezza dei fatti, hanno fatto supporre sin dalle prime fasi dell’indagine che il predetto episodio fosse riconducibile alle dinamiche di controllo del territorio tipiche delle bande di strada (c.d. “pandillas”) salvadoregne ed in particolare a quella denominata “MS13”.
“Questa prima ipotesi investigativa – ha specificato la Questura -, è stata confermata pienamente nel corso dell’indagine. Difatti, due degli indagati sono risultati affiliati a pieno titolo alla pandilla “MS13”, mentre i correi ne sono risultati fiancheggiatori, ma comunque ben a conoscenza delle dinamiche e delle regole che vigono all’interno della banda”.
“Nell’episodio in questione è verosimile ritenere – ha aggiunto la Questura – che gli indagati abbiano voluto ‘vendicare’, agli occhi della comunità latino-americana, l’affronto di un diverbio avvenuto all’interno della discoteca nel corso della serata tra una delle loro ‘affiliate’ e altri avventori facenti parte del gruppo degli aggrediti. Proprio – ha concluso la Questura – per
incutere timore e ottenere riverenza dalla stessa comunità”.