Approvazione legge Moschee Regione Lombardia, elenco requisiti, referendum, vincoli paesaggistici
Il Consiglio Regionale ha approvato la legge che regolamenta la costruzione di nuovi luoghi di culto in Lombardia, soprannominata dall’opposizione “legge anti-moschee”. Nella formulazione finale la legge è estesa anche ai nuovi di luoghi di culto per la religione cattolica, che inizialmente sembrava esclusa, per la quale, comunque, il riferimento è il Concordato con lo Stato.
L’ITER LEGALE DEL TESTO – Durante le scorse settimane, il testo era stato oggetto di rilievi critici da parte degli uffici legali del Pirellone e sul quale l’opposizione ha presentato ad inizio della discussione una pregiudiziale di costituzionalità bocciata dall’Aula.
-Da qui un accordo interno tra la maggioranza ha portato alla stesura di 3 emendamenti, che hanno raccolto anche il voto di favore di Ncd, inizialmente critico.
I REQUISITI PER I LUOGHI DI CULTO – Tra le disposizioni contenute nella nuova legge, figurano numerosi requisiti:
– un’intesa con lo Stato italiano per la professione religiosa che intenda costruire un luogo di preghiera oppure, modifica introdotta con uno degli emendamenti per arginare il rischio di ricorsi, la possibilità in mancanza di un ‘protocollo’ con lo Stato – come nel caso dell’Islam – di procedere comunque, ma con la certificazione di alcuni requisiti, come ad esempio quello di avere “statuti che esprimano carattere religioso delle loro finalità istituzionali e il rispetto dei valori della Costituzione”.
– telecamere di sicurezza,
– “distanze minime” da altri luoghi simili,
– un’area di parcheggio pubblico “in misura non inferiore al 200% della superficie lorda di pavimento dell’edificio”,
– la costruzione di “adeguati servizi igienici”,
– l’assenza di barriere architettoniche.
I COSTI – La legge stabilisce inoltre che gli oneri di urbanizzazione debbano essere a carico delle comunità religiose e che, preliminarmente, i Comuni predispongano un ‘piano per le attrezzature religiose’ necessario ad autorizzare e regolare l’apertura di nuovi luoghi di culto non cattolici, i cui progetti tra le altre cose dovranno essere soggetti a una procedura Vas.
I SINGOLI COMUNI POTRANNO INDIRE REFERENDUM – Tra gli aspetti più rilevanti della legge, la possibilità, voluta dal centro destra in uno degli emendamenti presentati al testo, di indire un referendum sul tema, se previsto nel proprio statuto e “nel rispetto dell’ordinamento statale”.
IL RISPETTO DELLE CARATTERISTICHE PAESAGGISTICHE – L’ultimo emendamento presentato dispone che i nuovi edifici abbiano “congruità” con le “caratteristiche generali e peculiari del paesaggio lombardo”.
AGGIORNAMENTO del 29.1.2015: La vicesindaco di Milano, Lucia de Cesaris, ha così commentato la legge regionale: “un intervento grave, di rottura, di mancanza di rispetto. Il diritto di culto e’ un diritto fondamentale che i nostri padri costituenti hanno voluto riconoscere e la Lombardia non puo’ certo a colpi di accetta pensare che questo diritto possa essere eliminato. Di questo qualcuno dovra’ necessariamente occuparsi, perche’ i diritti costituzionali vanno garantiti”.
– La legge regionale sulle attrezzature religiose “da assessore all’Urbanistica dico che è un’invasione all’autonomia di pianificazione e anche un grande segno di ignoranza, perché la norma su quella fantomatica valutazione di impatto ambientale é una norma che andrebbe veramente commentata sotto il profilo tecnico oltre che giuridico – ha proseguito il vicesindaco.
– “Credo che chi ha scritto quelle norme – ha aggiunto la vicesindaco – avesse soltanto un unico grande obiettivo, che è quello di non permettere: di tutto questo un giorno si darà ragione, ognuno si assume le sue responsabilità”.
– La vicesindaco Lucia de Cesaris ha concluso dicendosi “veramente molto contenta della reazione unanime di tutte le rappresentanze religiose della città, perché e’ il segno di come in realtà questa città sia molto molto avanti, ancorché qualcuno voglia farla tornare ai tempi del Medioevo”.
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Di Redazione