Popolazione sempre più anziana: i progetti al Milan Longevity Summit
Milano, 13 marzo 2024 – Ormai da tempo si assiste a un progressivo invecchiamento della popolazione mondiale: secondo le stime di EpiCentro – Istituto Superiore di Sanità entro il 2050 la percentuale di anziani raddoppierà, passando dall’11% al 22% della popolazione totale. In questo contesto, l’Italia negli ultimi 50 anni ha visto un invecchiamento della popolazione italiana tra i più rapidi fra i Paesi sviluppati e si stima che nel 2050 la quota di ultra 65enni raggiungerà il 35,9% della popolazione totale, con un’attesa di vita media pari a 82,5 anni (79,5 per gli uomini e 85,6 per le donne).
L’allungamento dell’aspettativa di vita comporta un ribaltamento del paradigma dello stato di salute dell’anziano che non si identifica più con l’assenza o la ridotta presenza di malattia, ma con il mantenimento del benessere psicofisico e relazionale, il grado di autonomia e di funzionalità motoria e sull’aspettativa di vita senza disabilità, pur in presenza di polipatologie.
Rallentare il processo di invecchiamento attraverso comportamenti e stili di vita consapevoli e creare le condizioni affinché la popolazione possa invecchiare in maniera sana sono i temi al centro della giornata del 22 marzo del Milan Longevity Summit, l’evento, aperto a tutti che, dal 14 al 27 marzo riunisce a Milano oltre 60 esperti da tutto il mondo per riscrivere il manifesto della longevità attraverso una nuova consapevolezza politica, sociale e amministrativa.
“Il cambiamento epidemiologico ha comportato e comporterà una progressiva emersione di alcuni fenomeni clinici, quali la multimorbidità e la sarcopenia, ma soprattutto un graduale aumento di interesse e attenzione nei confronti del concetto di “fragilità”, definita come sindrome medica con molteplici cause e fattori contribuenti, caratterizzata da una compromissione della funzione motoria e fisiologica, diminuzione della forza e della resistenza che aumentano la vulnerabilità dell’individuo allo sviluppo di un maggiore livello di dipendenza e rischio di morte – spiega il Prof. Antonio Spanevello, che affronterà questi temi durante il convegno Bringing healthier aging to all che si terrà il prossimo 22 marzo, alle ore 14.30 al MEET Theater di viale Vittorio Veneto, 2 a Milano nel corso del Milan Longevity Summit -. Oggi la fragilità rappresenta un fenomeno clinico di elevata prevalenza, con 6 soggetti adulti su 10 che mostrano almeno una parziale compromissione delle funzioni.
In soggetti con patologie croniche questa prevalenza è ben più elevata, influenzandone tanto la gestione clinica quanto la prognosi. Tramite il ricorso a interventi multidimensionali strutturati (medico, nutrizionale, riabilitativo, psicologico), però, è possibile modularla e ridurne l’impatto sugli eventi clinici. Focus di interesse è in particolare la stretta connessione tra livello di fragilità e necessità riabilitative motorie e cardiorespiratorie nonché il nesso tra fattori di fragilità e risposta alle cure farmacologiche e riabilitative”.
Questi importanti concetti saranno la base razionale del primo Master di II livello “Prevenzione, cura e riabilitazione del paziente fragile” che si svilupperà con l’Università degli Studi di Pavia, mettendo a disposizione degli studenti la potenzialità clinica e scientifica nel settore. Un approccio olistico che consideri il benessere del corpo indistintamente da quello della mente può contare oggi soluzioni tecnologiche basate sull’Intelligenza Artificiale.
Un progetto che include un consorzio di 5 paesi europei (Italia, Svizzera, Spagna, Romania e Lituania) e ha come obiettivo la realizzazione di una piattaforma tecnologica dotata di un sistema di intelligenza artificiale in grado di guidare soggetti sani ma a rischio di sviluppare una demenza attraverso un percorso multimodale che include l’esercizio fisico, un adeguato regime nutrizionale, il training cognitivo, la musicoterapia e il monitoraggio del benessere del sonno. Del progetto si parlerà in occasione del convegno dal titolo A.I. at the service of health martedì 22 marzo presso il MEET Theater.
“La demenza è una delle principali cause di disabilità e dipendenza tra gli anziani, con un impatto sociale ed economico enorme – spiega il dott. Christian Lunetta -. Ogni anno si registrano 10 milioni di nuovi casi di declino cognitivo, spesso legati a fattori di rischio, tra cui quelli vascolari come l’aterosclerosi, che riduce il flusso di sangue al cervello e favorisce la neurodegenerazione.
L’obiettivo del progetto è di migliorare la salute vascolare e cognitiva di 300 soggetti, riportando indietro le lancette dell’orologio biologico del loro cervello, attraverso la combinazione tra intervento multimodale, che include un corretto regime nutrizionale, l’esercizio fisico, la musicoterapia, il training cognitivo e la cura del benessere del sonno, il tutto orchestrato da una piattaforma tecnologica basata su un motore di intelligenza artificiale per la personalizzazione e l’adattamento del trattamento.
Nel corso del progetto, chiamato ALERT-BRAIN, saranno valutati gli effetti dell’intervento su vari parametri clinici, cognitivi, biologici, del sonno che possono permetterci di monitorare la risposta dei soggetti arruolati sia nella prevenzione delle problematiche cognitive sia nel contrasto della sarcopenia. Il progetto si svilupperà grazie al coinvolgimento di esperti che già impiegano questo genere di percorsi e che grazie al progetto permetteranno di realizzare un vero approccio multidisciplinare”.