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Approvazione legge unioni civili, tutti le novità della Cirinnà

ParlamentoSono quasi le 20 di ieri, mercoledì 11 maggio 2016, quando alla Camera dei Deputati esplode l’applauso: l’aula ha appena approvato la legge sulle unioni civili con 372 sì, 51 no e 99 astenuti. Raggiante il Ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, che si mostra con la spilla arcobaleno simbolo di una battaglia, dice lei “durata due anni di lavoro parlamentare”. Le novità assolute introdotte nell’ordinamento italiano sono due: regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze di fatto per gli eterosessuali.
“UNA LEGGE CHE CAMBIA DAVVERO LA VITA DELLE PERSONE” – Cinque Stelle astenuti, 21 deputati di Forza Italia oltre a Lega e Fratelli d’Italia contrari. Sono questi gli schieramenti che si sono visti ieri alla Camera durante l’approvazione della legge Cirinnà.
– Soddisfatta la Boschi che, assieme al candidato sindaco per Roma Giachetti, ha dichiarato: “Dopo anni di attesa abbiamo raggiunto un traguardo storico, abbiamo approvato una legge che cambia davvero la vita delle persone”.
– Stessa linea di pensiero per Matteo Renzi che esulta: “È un giorno di festa per tanti, oggi. Per chi si sente finalmente riconosciuto. Per chi vede dopo anni che gli vengono restituiti diritti talmente civili da non aver bisogno di altri aggettivi”.
LEGA, FORZA ITALIA E CATTOLICI PROTESTANO – A fare da contraltare la Lega che per voce di Salvini afferma che non seguirà le nuove norme; il leader del Carroccio ha infatti esortato i sindaci dello schieramento da lui guidato a “disobbedire a una legge sbagliata, anticamera delle adozioni gay”.
– Deciso e unito anche il centrodestra che per voce di Quagliariello e Gasparri annuncia iniziative per l’indizione di un referendum abrogativo in materia di unioni civili.
– Molto critico anche il mondo cattolico che definisce questa legge l’uccisione della democrazia, sostenendo che non si possono mettere sullo stesso piano “la coppia di coniugi fondata su un patto stabile, duraturo ed egualitario, con altre convivenze”.
L’UNIONE TRA COPPIE DELLO STESSO SESSO – E’ la novità più importante e discussa della legge Cirinnà: l’unione civile tra persone dello stesso sesso diventa una nuova istituzione sociale.
– Un’unione che potrà realizzarsi tra persone maggiorenni dello stesso sesso, di fronte a un ufficiale dello stato civile e alla presenza di due testimoni.
– Unione civile che non sarà possibile qualora uno dei due partner sia sposato o abbia già contratto un’altra unione civile, piuttosto che sia interdetto per legami di parentela, per infermità di mente o se è stato condannato per omicidio consumato o tentato nei confronti di chi sia coniugato o unito civilmente con l’altro partner.
OBBLIGO DI ASSISTENZA, MA NON DI FEDELTA’ – Un altro punto molto importante della legge Cirinnà riguarda il rapporto di diritti e doveri tra i contraenti dell’unione civile: vige l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale, contribuendo ai bisogni comuni.
– C’è anche la possibilità di assumere un cognome comune, scegliendolo fra i loro; importante è poi concordare l’indirizzo della vita familiare e fissare la residenza comune.
– La differenza rispetto al matrimonio è l’inesistenza, nel caso di unione civile, dell’obbligo di fedeltà. Passaggio introdotto a seguito di dibattiti e riflessioni volti ad evitare che unione civile e matrimonio arrivassero ad essere due istituzioni diverse, ma con eguale bagaglio di diritto e doveri per i due soggetti coinvolti.
LA COMUNIONE DEI BENI – Le unioni civili, al pari del matrimonio, prevedono di base il regime patrimoniale della comunione dei beni.
– I partner, inoltre, acquistano gli stessi diritti successori che hanno marito e moglie, oltre al diritto a percepire la pensione di reversibilità. E in caso di cessazione dell’unione civile, uguali al matrimonio sono le disposizioni valide in termini di alimenti da versare al partner economicamente più debole.
COME SCIOGLIERE L’UNIONE CIVILE? – L’unione civile si potrà sciogliere direttamente, senza dover passare dal regime della separazione; per porre fine all’istituzione civile sarà necessario comunicare, anche disgiuntamente, la propria volontà all’ufficiale dello stato civile.
– Importante sottolineare, visti gli scenari delicati verso cui ci stiamo affacciando, che l’unione civile si scioglie anche se uno dei due partner cambia sesso. Se invece il cambio di sesso si attua durante un matrimonio che i coniugi non vogliono chiudere, questo si trasforma automaticamente in unione civile.
NO ALLA STEPCHILD ADOPTION – Altro argomento su cui si è dibattuto per settimane intere, la stepchild adoption è stata stralciata dal testo della senatrice Monica Cirinnà.
– L’unione civile, almeno in questa fase, non dà la possibilità di adottare il figlio del convivente. Ma, come visto nei mesi precedenti, la norma vigente lascia già sufficiente spazio e discrezione ai giudici per decidere diversamente, attuando una stepchild adoption non “de iure”, ma “de facto”.
PASSIAMO AGLI ETEROSESSUALI – Dal clamore mediatico sicuramente inferiore rispetto alla sfera omosessuale, la legge Cirinnà porta con sé novità anche per le coppie eterosessuali che, qualora decidano di non sposarsi, diventeranno conviventi di fatto.
– Le tutele previste in questa istituzione sono però più leggere rispetto a quelle previste nel caso di matrimonio o nel caso di unione civile tra omosessuali; tutele più leggere, ma che fanno fare un incredibile passo avanti legittimando il legame affettivo e allargandone la sfera di operato.
– Grazie al nuovo testo, i conviventi eterosessuali, in caso di malattia o ricovero, hanno il diritto reciproco di visita, di assistenza e di accesso alle informazioni personali; lo stesso convivente, infatti, potrà essere designato dall’altro come rappresentate in caso di malattia per decisioni che riguardano la salute, oppure in caso di morte per la donazione degli organi. Stessi diritti del matrimonio, anche per le visite in carcere tra conviventi di fatto e per il risarcimento del danno in caso di morte del partner per illecito di un terzo.
I CONTRATTI DI CONVIVENZA – Le coppie eterosessuali avranno anch’esse la possibilità di firmare un “contratto di convivenza” che regola i rapporti economici all’interno della coppia e le modalità di contribuzione alla vita comune.
– Quindi in caso di cessazione di questo contratto, il partner più debole economicamente avrà diritto agli alimenti, ma solo per un periodo proporzionale alla durata della convivenza, mentre non sussistono diritti in materia di eredità e pensione di reversibilità, come invece accade per l’unione civile di coppie omosessuali.
TRADIZIONALISTI vs. PROGRESSISTI – Le unioni civili da una parte, le convivenze di fatto dall’altra. Due istituzioni create ad hoc dalla legge Cirinnà, due istituzioni che riguardano coppie omosessuali da un lato e coppie eterosessuali dall’altro.
– Due istituzioni nuove, con finalità simili, ma con radici e strutture profondamente diverse. Da una parte le unioni civili che a forza di dibattiti sono state limate, come ad esempio sul venir meno dell’obbligo di fedeltà, per allontanarle dalla figura del matrimonio.
– E dall’altro le coppie eterosessuali che vedono l’introduzione delle convivenze di fatto con un’impalcatura decisamente più leggera e flebile rispetto alle sopracitate unioni civili; convivenze di fatto che, a contrario delle unioni civili, vengono viste come un passaggio verso il matrimonio e che non accolgono, a contrario delle unioni civili, diritti successori o di reversibilità delle pensioni.
– Due istituzioni nuove che ampliano il concetto di famiglia, che legittimano nuove visioni rispetto a quelle tradizionali, con la figura della stepchild adoption “in agguato”, pronta a sparigliare nuovamente le carte in tavola nei prossimi mesi. (foto: wikipedia.org)

Matteo Torti

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