Abbattimento alberi Milano. Le incongruenze di Giuliano Pisapia, sindaco di Sinistra, ecologia e libertà
Il nuovo bando per la manutenzione del verde pubblico a Milano, come approvato a metà luglio dalla giunta, prevede per la prima volta la fine del gestore unico. Cosa significa? Che l’offerta, in vista dell’imminente scadenza dell’appalto, si allargherà a più soggetti. Quindi stop al monopolio per quanto riguarda la cura di alberi, aiuole e prati e via alla cogestione di tre diverse aziende in base ai tre lotti di intervento in cui verrà divisa la città: zone 1-3-7, 4-5-6 e 2-8-9. Il Comune promette, tra le altre cose, un “miglior controllo e monitoraggio del patrimonio arboreo comunale”. Ed è quello che tutti i milanesi si augurano. Quei “vergogna, vergogna” urlati dai consiglieri M5S durante l’ultima seduta pre agostana del Consiglio Comunale riecheggiano ancora nelle orecchie di molti.
GLI ALBERI DI VIALE ARGONNE E VIA LORENTEGGIO – Il riferimento riguarda, ovviamente, i fatti dello scorso 22 luglio: l’abbattimento di quei 573 alberi, molti dei quali secolari, di viale Argonne e via Lorenteggio, avviato nell’ambito dei lavori per la costruzione della linea 4 della metropolitana. Funesto episodio che ha scatenato le ire non solo dei battaglieri residenti dei due quartieri – promotori di una lunga querelle a suon di volantini e fiaccolate – ma l’indignazione, tra gli altri, di due illustri personaggi pubblici: Adriano Celentano e Beppe Grillo.
– Mentre il Molleggiato si è detto incredulo di come “il mestiere del politico sia sceso così vergognosamente in basso”, il leader pentastellato ha individuato nell’amministrazione comunale il “complice di questo scempio che devasta uno dei polmoni verdi della città. La voce dei cittadini è rimasta inascoltata”. Destinatario (neanche troppo velato) delle due invettive, proprio lui, Giuliano Pisapia, primo cittadino di Milano e fiero esponente di Sinistra, ecologia e… libertà, secondo Beppe Grillo (e tanti eco sostenitori, probabilmente) di farsi “i c… propri” davanti alle questioni ambientaliste.
GLI OLMI DI VIA MAC MAHON – A bacchettare Pisapia, dieci giorni dopo (il 3 agosto), ci ha pensato anche Corrado Passera, l’ex amministratore delegato di Intesa Sanpaolo ed ex ministro dello Sviluppo economico, in campo nella corsa a sindaco della città in programma l’anno prossimo. Al centro della contesa un’altra vicenda di stampo ecologista: quella relativa al taglio degli olmi di via Mac Mahon per rendere possibili i lavori di sistemazione del tracciato tramviario. Si tratta, in questo caso, di 29 sfortunati alberi che sono stati giudicati da abbattere sugli oltre 150 previsti inizialmente dal progetto.
– Una gestione dei lavori che Passera non ha esitato a definire “un esempio di cattiva amministrazione che peggio si fa fatica a immaginare”. Le motivazioni sarebbero tante: dall’aver lasciato “marcire il problema con anni di incuria”, al mancato “coinvolgimento della cittadinanza per tempo”, alle inutili “proposte di abbattimento di alberi che, come dimostrato successivamente, potevano, almeno in parte, essere evitate”,. Non ultimo, l’aver affidato “a privati decisioni che devono appartenere al Comune”.
– Palazzo Marino, dal canto suo, ha stigmatizzato. L’amministrazione avrebbe coinvolto da subito Consiglio di Zona e residenti per approntare soluzioni e modalità di intervento, sottolineando che gli eventuali abbattimenti, in fin dei conti, avrebbero riguardato “alberi malati e quindi pericolosi per la cittadinanza”.
OASI DI VIA TRIBONIANO – Nonostante le rassicurazioni della giunta arancione, nuove questioni, tuttavia, sembrano spuntare ogni giorno come funghi. Gli attivisti dell’Associazione italiana difesa animali e ambiente, il gruppo già schierato contro l’abbattimento degli olmi di via Mac Mahon, negli scorsi giorni è tornato all’attacco, puntando ancora una volta il dito contro l’amministrazione comunale.
– Secondo i contestatori, infatti, dietro il recente sfratto della famiglia che gestisce l’oasi dell’ex laghetto dei tigli di via Triboniano – una piccola oasi di verde a due passi dalla sede di Expo – ci sarebbe la volontà del Comune di destinare l’area a deposito delle macerie conseguenti lo smantellamento delle strutture di Expo in programma dal prossimo novembre. “Verrebbero allontanati – scrivono nel loro comunicato gli attivisti – anche un bel po’ di cani, gatti e altri animali”. E, neanche a dirlo, “saranno tagliati gli alberi”.
PIANTE MALATE A RISCHIO CADUTA. E LA PREVENZIONE? – E allora, di fronte a questo impeto taglialegna, la domanda sorge spontanea: che fine fa la politica verde sbandierata da Giuliano Pisapia a inizio mandato se poi, per ogni nuovo giovane albero piantato, ne viene abbattuto subito dopo un altro, magari monumentale e secolare?
– È vero, in taluni casi si tratta di alberi malati e “pericolosi” o con gravi difetti morfologici e strutturali e, quindi, a rischio caduta e schianto. La città, tra l’altro, pare esserne piena. A fine luglio, per citare giusto gli ultimi casi, si è proceduto al taglio di alcuni arbusti di grandi dimensioni afflitti da cancro colorato in viale Fulvio Testi, all’incrocio con via Bussero. L’ultima segnalazione giunta alla nostra Redazione, invece, riguarda quelli di via Beatrice d’Este (qui sotto, nelle prime tre foto della gallery), in evidenti condizioni di sofferenza. Ma gli esempi potrebbero essere decine.
– Ma allora perché non cercare di investire maggiormente nella prevenzione, un po’ come è uso fare con gli esseri umani, adoperandosi affinché le piante vengano salvate e non abbattute? Forse per poter sbandierare ai milanesi con un tweet che “Milano è rock perché dal 2011 ha 70 mila nuovi alberi e 3 milioni di metri quadrati di verde in più”? A voler essere maliziosi, verrebbe da domandare al mittente del cinguettio dove siano stati piantati questi (piccoli) alberi, considerato che Milano non sembra né più verde, né meno inquinata rispetto a quattro anni fa.
DARIO FO: “MENZOGNE E IPOCRISIE” – Che ci si trovi di fronte a una “noncuranza rosso-arancione”, come l’ha definita qualche giorno fa Riccardo De Corato, il dubbio viene. Secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regione Lombardia “il verde pubblico viene tutelato solo sulle carte bollate, ma nella realtà alberi e piante sono i primi a farne le spese”.
– Ma se le considerazioni di un politico di centrodestra possono instillare a qualcuno dubbi di faziosità, allora è il caso di scomodare un’icona della sinistra e vecchio sostenitore di Giuliano Pisapia: Dario Fo. “Quegli alberi – riferendosi ai fattacci di viale Argonne-via Lorenteggio in un‘intervista al Giorno di metà agosto – vengono tagliati non, come raccontano, per costruire la nuova linea delle metropolitana, ma solo per una concezione sbagliata dei cantieri per realizzare quell’infrastruttura. Ogni albero per me è sacro“. E poi: “Bisognava fare di più per salvare quegli alberi. Invece si è inventato che sono malati o che non è possibile costruire la M4 senza eliminarli. Menzogne e ipocrisie”. E se lo dice un premio Nobel…
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S.P.