Evasione Dolce e Gabbana, il duo ancora in tribunale per un miliardo di euro
Nuovi guai per Domenico Dolce e Stefano Gabbana, creatori del celeberrimo marchio D&G.
Eravamo allo scoro 1 aprile quando il gup Simone Luerti aveva promulgato la sentenza di proscioglimento nei confronti dei due stilisti siciliani, accusati assieme ad altri 5 manager del gruppo di truffa ai danni dello Stato per una presunta evasione fiscale del valore di circa un miliardo di euro.
“Il fatto non sussiste”, aveva stabilito Luerti e, il giudizio, non era un “pesce d’aprile”. Motivo per cui era stato tempestivamente impugnato, il mese successivo, dalla PM Laura Pedio.
La PM, infatti, ha sostenuto davanti alla Suprema Corte che Luerti non avrebbe operato una valutazione corretta del valore dei marchi venduti nel 2004 a una società lussemburghese utilizzata dai due per evitare di pagare le tasse italiane sui profitti derivanti dall’utilizzo dei marchi, creando un giro di evasione di centinaia di milioni di euro.
Coinvolti nell’operazione anche:
- Alfonso Dolce, fratello di Domenico e socio di minoranza,
- la manager Cristiana Ruella;
- il Giuseppe Minoni,
- il consulente fiscale Luciano Patelli,
- il consulente fiscale e commercialista Luciano Patelli,
- la presunta prestanome lussemburghese Antoine Noella.
Ora, la storia non finisce ma ricomincia daccapo e, il glamouroso (ma forse ora meno amato) duo, dovrà tornare in tribunale poiché, la Suprema Corte, ha annullato il precedente proscioglimento. Risultato: nuova udienza, nuovo giudice, nuova decisione sul rinvio o meno a giudizio.
Nel dettaglio, gli stilisti rispondono formalmente dei reati di:
- dichiarazione dei redditi infedele per un imponibile di 416,8 milioni ciascuno;
- di concorso in truffa ai danni dello Stato in relazione alla presunta esterovestizione della capogruppo D&G.
Si attende il nuovo pronunciamento.
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Di Redazione