Presidio contro la vivisezione davanti alla Commissione Europea in corso Magenta, circa 200 i partecipanti, con tute bianche sporche di sangue
Gli animalisti e gli antivivisezionisti si sono dati appuntamento sabato mattina in corso Magenta, di fronte alla sede della Commissione Europea, dove hanno dato vita alla colorita protesta.
Un gruppo di manifestanti si è incatenato ai portoni della rappresentanza europea, indossando tute bianche sporche di sangue (finto) e maschere di animali sul volto: maschere mute, come la sofferenza di chi non ha parole per gridare, per difendersi, per invocare disperatamente aiuto e pietà.
La folta presenza della polizia ha riportato i manifestanti a distanza “di sicurezza” dai portoni della Commissione Europea.
I partecipanti al presidio hanno a lungo urlato “Stop alla tortura sugli animali”, contestando la nuova Direttiva europea sulla vivisezione.
L’iniziativa ha inteso chiedere l’abolizione della inutile pratica della vivisezione e degli esperimenti sugli animali in Italia e in Europa, e contestare la nuova Direttiva comunitaria in materia, che consente di catturare cani e gatti randagi e su di essi praticare la vivisezione.
Inoltre, gli esponenti delle Associazioni promotrici hanno chiesto alla rappresentanza della Commissione un incontro per illustrare le proprie richieste e ragioni.
Le coreografie e le scenografie allestite hanno dimostrato la crudeltà inutile della vivisezione, oggi ancora praticata per consentire e incentivare il business delle multinazionali chimico-farmaceutiche e degli allevamenti di animali da laboratorio.
Il presidio è stato organizzato dal coordinamento “Fermiamo Harlan” con le associazioni “Gaia Onlus“, “Animalisti Italiani Onlus” e la collaborazione dell’associazione internazionale “People For The Ethical Treatment of Animals”.
“La vivisezione, oltre che torturare ogni anno un milione di animali solo in Italia, è anche una crudeltà totalmente inutile, fuorviante e non scientifica”, ha ricordato Edgar Meyer, presidente di Gaia. “I risultati ottenuti sugli animali non sono applicabili all’uomo. Ogni specie è diversa dall’altra e reagisce alle sostanze in maniera differente”.
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Di Redazione
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