Sviluppo criminalità organizzata nelle imprese del Nord, i dati della ricerca della Camera di Commercio
C’erano anche Ilda Boccassini, procuratore aggiunto di Milano, e i magistrati Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino, alla presentazione della ricerca «L’espansione della criminalità organizzata nell’attività d’impresa al Nord», svoltasi venerdì pomeriggio nell’aula magna dell’Università Bocconi di Milano.
I RISULTATI DELL’INDAGINE: FENOMENO IN AUMENTO – Dall’indagine, promossa dalla Camera di Commercio e svolta nella stessa università milanese in collaborazione con Assimpredil Ance e il centro nazionale di prevenzione e difesa sociale, emergono dati poco rassicuranti.
– Se negli ultimi 10 anni le persone indagate per reati legati al crimine organizzato nell’attività imprenditoriale sono state 762 – con 62 procedimenti avviati presso la Procura di Milano per il reato di associazione mafiosa -, a colpire maggiormente è il dato legato al numero di imprenditori coinvolti.
– Si tratta, infatti, di circa il 17%, ovvero un imprenditore su cinque, che nel 12,8% dei casi è addirittura la mente organizzatrice dell’attività illegale.
– Rilevante, inoltre, il numero di indagati: dai 46 del 2000, è passato ai 225 del 2010, e il fenomeno – seppur ancora contenuto nelle dimensioni, se rapportato alle circa 290mila imprese presenti sul territorio milanese – appare decisamente in crescita.
– Per quanto riguarda l’infiltrazione delle grandi organizzazioni criminali di casa nostra nell’imprenditoria settentrionale, invece, la ‘ndrangheta la fa da padrona assoluta: ben 84 provvedimenti sui 100 avviati dalla Procura milanese sono a suo carico.
– A seguire, ma molto più distaccate: la mafia (7%), Sacra Corona Unita (5%) e la camorra (2%).
ROBERTO CAPUTO (PD): “SONO DATI ALLARMANTI” – Roberto Caputo, vice presidente del Consiglio provinciale e presidente della Commissione antimafia, si è detto impressionato per i numeri emersi dal convegno.
– «Appare evidente – ha commentato Caputo – che il nostro territorio è fortemente a rischio infiltrazioni mafiose e che il fenomeno è in espansione ed ha raggiunto livelli sociali allarmanti, anche perché va ad incidere pesantemente sulla imprenditoria creando collusioni pericolose».
– «Si tratta ora di dare risposte adeguate dando vita ad un distretto unico che sia in grado di interagire sul territorio e si fornisca di strumenti indispensabili alle indagini – ha proseguito -. Le istituzioni pubbliche devono essere allertate e pensando all’Expo bisogna fare presto. I segnali non sono certo confortanti. Dopo l’allarme ora è necessario agire».
LA PM ILDA BOCCASSINI: “SERVONO TRIBUNALI DISTRETTUALI” – Sulla stessa linea anche Ilda Boccassini, secondo la quale per fronteggiare le grosse organizzazioni mafiose è necessario istituire tribunali distrettuali antimafia, anziché svolgere i processi in tribunali di provincia in cui i «giudici di provincia che, con tutto il rispetto, non sanno nulla di questi argomenti».
– Per il procuratore aggiunto di Milano «una visione globale la può avere solo il tribunale distrettuale ma non è mai stato istituito e questo è un problema serio».
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S.P.
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