Sgombero villette collettivo Lambretta via Apollodoro Milano, “Continueremo a resistere!”
Divani, scatoloni, bidoni e masserizie varie, tutto accatastato alla bell’e meglio in attesa di essere portato via dai furgoni. L’ipotesi era già nell’aria da qualche giorno. E alla fine è diventata certezza. Attorno alle 7 di stamani, le forze di polizia – insieme a carabinieri e polizia locale – tutte in tenuta antisommossa, sono entrate in azione presso il contestato centro sociale Lambretta, sorto circa due anni fa tra via Apollodoro e piazza Ferravilla, in seguito all’occupazione di 4 delle 9 villette di proprietà comunale. Nel corso della stessa operazione, sono stati sgomberati anche altri due edifici appartenenti allo stesso complesso, in cui soggiornavano abusivamente 21 persone di nazionalitá straniera tra cui 6 minori. Gli ispettori Aler hanno poi provveduto alla messa in sicurezza delle villette in collaborazione con A2a e MM.
LA PROTESTA SUL TETTO – Secondo quanto riferito dalla Questura, non vi si sarebbero stati né scontri né feriti; tutto si sarebbe svolto senza incidenti, né problemi rilevanti. A ben vedere, tuttavia, la tensione si è fatta palpabile quando 6 esponenti del centro sociale, a volto coperto e incappucciati, sono riusciti a salire sul tetto di uno degli edifici per protestare, a suon di slogan, fumogeni e vernice colorata, contro l’irruzione della polizia.
– Dal tetto è stato fatto sventolare anche uno striscione con l’eloquente scritta: “Ci avete rotto, non ne possiamo più!”. Il destinatario? I poteri forti, ovviamente. O meglio: “Quella macchina che vuole ripulire Milano in vista di Expo non si arresta – come si legge sulla pagina Facebook del collettivo -. La macchina che continua a speculare sul patrimonio pubblico, mentre i numeri per chi è in attesa di una casa salgono, persevera nel voler spazzare via luoghi di alto valore sociale, culturale e politico, luoghi che rispondono anche alle esigenze dell’abitare”.
IL COLLETTIVO: “DUE ANNI DI PROGETTI, DI SOLIDARIETA’ – “Continuiamo a resistere. Vogliamo spazi come questo in città. Due anni di progetti, di solidarietà”, le parole di alcuni giovani che si sono riuniti in presidio permanente per l’intera giornata, e che, per le ore 20, hanno già annunciato una manifestazione, sempre in piazza Ferravilla, insieme ad altri simpatizzanti.
– In questo biennio di occupazione, i ragazzi del Lambretta hanno dato il via ad iniziative aperte a tutto il quartiere: una palestra, un cineforum, mostre e varie iniziative culturali. Lo hanno fatto “in nome della libertà di espressione e del diritto alla controcultura”, fuori dalle cosiddette logiche predeterminate.
– Per questo, hanno tirato a lucido i locali di alcune palazzine liberty dei primi del 900 colpevolmente abbandonate al degrado da Comune ed Aler. “Un progetto di vita laddove prima c’era soltanto degrado, spaccio e malavita”, lo slogan più volte snocciolato da parte degli occupanti.
LE PROTESTE DEI RESIDENTI E L’INCHIESTA DI CRONACAMILANO – E parte dei residenti del quartiere, in maniera più o meno entusiastica, è parsa anche apprezzare, finendo col prendere le parti dei “suoi” ragazzi quando è stato il caso di schierarsi e scendere in piazza. Ma non è bastato, evidentemente.
– Troppe, infatti, le manifestazioni di dissenso piovute alle autorità cittadine e ai giornali a denunciare una situazione di illegalità che si stava verificando – è il caso di dirlo – sotto il proprio naso. Come l’accorato appello pervenuto ai primi di giugno alla nostra redazione da parte della signora Gabriella, 41 anni, la cui odissea aveva finito con l’offrire lo spunto per un’inchiesta sul campo.
– Ne era emersa una realtà forse un po’ meno idilliaca rispetto a quella presentata dai suoi promotori, fatta di prepotenze, dispetti, maleducazione e degrado.
UN MESE FA LO SGOMBERO DELLO ZAM – Il nuovo sgombero del collettivo Lambretta (il primo risale al 23 ottobre 2012) avviene a poco più di un mese da un altro intervento del Comune: quello del 23 luglio scorso nei confronti dello Zam, il collettivo insediatosi abusivamente a maggio 2013 nell’ex scuola di via Santa Croce, a due passi dal Parco delle Basiliche.
– Mentre scriviamo, la protesta dei sei ragazzi appostatisi sul tetto continua. A dargli manforte, nel piazzale, circa 40 manifestanti. La polizia rende noto che le famiglie di immigrati allontanate dalle villette hanno rifiutato i servizi di assistenza offerti dal Comune.
– Intanto, l’epitaffio del Lambretta, come si legge sulla sua pagina Facebook, è bello che pronto: “… dove c’era un centro sociale attivo e ricco di iniziative stanno creando il deserto”.
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S.P.