Tutor di quartiere Aler Milano, presidieranno le vie contro microcriminalità e abusivismo. Basteranno?
San Siro, Calvairate, Mazzini, Gratosoglio, Lorenteggio, Stadera-Spaventa-Alzaia, Naviglio Pavese, Mac Mahon-Cialdini-Varesina-Certosa, Forze Armate, Ripamonti, Vittoria-Forlanini-Lulli-Lagosta, San Dionigi-Pismonte, Zama-Salomone, Ponte Lambro e via Quarti. Una lunga lista di quartieri popolari che da oggi, lunedì 15 settembre, saranno interessata da un’importante novità. L’Aler, l’azienda che ha il compito di soddisfare il fabbisogno di edilizia residenziale pubblica nella nostra città, ha predisposto la presenza di un cosiddetto “tutor di quartiere”, una nuova figura che, aggirandosi per le varie zone munita di apposita pettorina, avrà il compito di creare un collegamento immediato tra inquilini, comitati e, appunto, l’Aler. L’obiettivo del progetto è quello di creare un utile strumento di prevenzione volto a contrastare le numerose criticità che affliggono queste realtà, andando ad alleviarne le problematiche e ad elevarne gli standard di sicurezza.
DEGRADO, POVERTA’, MARGINALITA’ – Negli ultimi decenni, questi quartieri, spesso caratterizzati da contesti di crescente degrado, povertà e marginalità, hanno assistito impotenti ad un vertiginoso incremento dei fenomeni legati alla microcriminalità e alle occupazioni abusive. Una condizione che negli ultimi anni, in virtù delle crescenti ondate migratorie di origine extracomunitaria, è andata via via peggiorando. Al disagio sociale, infatti, si sono andati a sommare ulteriori fattori di contrasto come le diversità culturali e razziali, alimentando la conflittualità tra le diverse etnie.
UN MAGGIORE IMPEGNO DA PARTE DI ALER – «Oggi, alla luce del particolare momento storico caratterizzato dalle crescenti richieste da parte dell’utenza e quindi dalla necessità di un maggiore impegno di riposta da parte di Aler, l’Azienda si sta attivando per aumentare il presidio del territorio, sia a livello quantitativo che, soprattutto, qualitativo», si legge in una nota di Aler.
– Il tutor di quartiere avrà quindi «il compito di raccogliere in modo strutturato tutte le segnalazioni per veicolarle alle strutture preposte ed infine verificare il grado di soddisfazione in relazione alle risposte fornite. Si occuperà di alimentare rapporti direttamente all’interno dei fabbricati e delle realtà di quartiere, proponendosi come un collegamento immediato con i settori dell’Azienda, garantendo da un lato che l’utenza abbia un punto di riferimento riconoscibile direttamente sotto casa e dall’altro che vengano osservate e monitorate da vicino le problematiche e criticità delle diverse zone».
«Il nuovo servizio – conclude Aler – va dunque a inserirsi in una politica già radicata in Aler di vicinanza e assistenza dei cittadini, sfruttando e ottimizzando risorse limitate per reagire con risposte concrete alle necessità contingenti dell’utenza. L’Azienda si riserva di implementare e razionalizzare il servizio dopo una prima fase di sperimentazione che durerà fino alla fine dell’anno».
BULBARELLI: «LAVORO DEI TUTOR SARÀ APPREZZATO» – Ad accogliere favorevolmente l’iniziativa l‘assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità, Paola Bulbarelli, che ha espresso così la sua soddisfazione: «E’ un iniziativa che caldeggiavo da tempo, convinta che il modo migliore per rispondere alle diverse e numerose richieste da parte dei nostri inquilini sia quello di incontrarli là dove vivono, rendendosi conto di persona di ciò che dicono, chiedono o suggeriscono. Ho più volte chiesto ai vertici di Aler che fossero formate squadre di persone pronte ad uscire dagli uffici e a stare in mezzo alla gente».
DE CORATO: «LA SITUAZIONE E’ GRAVE, SERVE LA PRESENZA DELLO STATO» – Scettico, invece, il commento di Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale e capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, affidato alla sua pagina Facebook: «Vanno anche bene i tutor di Aler nella case popolari, ma non bastano. La situazione è grave e serve la presenza dello Stato, con veri e propri presidi di polizia, soprattutto nei quartieri più difficili».
– Come per esempio San Siro, Gratosoglio, Stadera. «Per questo chiedo al presidente dell’Aler Lombardi e all’assessore Bulbarelli – prosegue De Corato – di chiedere l’ausilio delle forze dell’ordine, in modo che attivino un programma specifico per quei quartieri. Mentre negli anni dal 2005 al 2008, quando Lombardi era Prefetto di Milano e la città era governata dal centrodestra, gli alloggi occupati abusivamente erano scesi da 6.000 a 3.049, in seguito il trend è stato meno positivo. Di fronte a questi numeri si capisce bene che i tutor non bastano, ci vogliono le divise, presenti e ben visibili».
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S.P.