Pubblicata la relazione annuale dell’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze: nel 2009 registrati 24 nuovi tipi di stupefacenti
I dati, contenuti nella relazione annuale dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) e comunicati ufficialmente ad Europol, sono preoccupanti, perché le sostanze da “sballo” sono sempre più facili da reperire e a costi sempre più bassi.
L’Europa è in allarme per la diffusione delle nuove droghe: solo nel 2009 sono stati registrati 24 nuovi tipi di stupefacenti: chimici, psicoattivi o “spice”. Di questi, 9 si fumano in quanto composti da cannabinoidi. Gli altri si assumono per bocca.
Si diffondono nuove erbe da fumare prodotte a partire da cannabinoidi sintetici fino ad arrivare ai tecnocannabinoidi: le cosiddette “spice”, cioè “sostanze naturali”. Proprio queste ultime vengono vendute in barattolo come miscele aromatizzanti per ambiente, concimi o sali da bagno, per essere poi, invece, fumate o sniffate.
IN ITALIA – In Italia, perché le nuove tipologie di droga segnalate possano essere inserite nelle tabelle relative alle sostanze stupefacenti previste dall’articolo 13 della legge 309/90, con la denominazione comune e il nome chimico, è necessario che il ministero della Salute emetta un apposito decreto.
Questo avviene dopo aver sentito il parere del Consiglio Superiore di Sanità e del Dipartimento nazionale per le politiche antidroga.
Anche la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), in base alle notizie pervenute dalle forze di polizia che operano sul territorio e dagli organismi internazionali impegnati nell’attività antidroga (per esempio, l’Interpol), informa il ministero della Salute e il Dipartimento per le politiche antidroga sulla vendita e l’abuso di sostanze non sottoposte a controllo, affinché siano inserite nelle apposite tabelle.
EFFETTI PROVOCATI, PRIMA E DOPO L’ASSUNZIONE– Nella DCSA, diretta dal Dottor Gaetano Chiusolo, è inserita la Sezione DADE (Direzione antidroga data entry), che raccoglie i dati sulle nuove droghe. Si tratta nella maggior parte dei casi di “droghe di tendenza”, che rispondono alle aspettative dei giovani di voler apparire, di essere protagonisti, di avere una performance migliore.
Costano meno della cocaina (si possono comprare anche con 10 euro).
“Il loro successo”, dice il Tenente Colonnello Mauro Scenna, che dirige il DADE, “è correlato all’aspettativa di chi le compra di sentirsi protagonista. Ma si tratta di una falsa aspettativa: dopo 2 o 3 ore dall’assunzione, subentra uno stato di depressione e di nervosismo da stanchezza.” Aggiunge che “C’è un errato convincimento da parte dei giovani che queste sostanze non facciano male. È vero il contrario: è accertato che soprattutto gli assuntori abituali rischiano seri danni al sistema nervoso centrale”.
DOMANDA E OFFERTA – Dagli studi della DCSA emerge che la domanda cresce, ma sta aumentando anche l’offerta. Si tratta infatti di un business molto redditizio per le organizzazioni criminali. Da 1 solo litro della sostanza base utilizzata per produrre l’ecstasy, che costa 750 euro, si possono ricavare fino a 10 mila pastiglie che, allo spaccio, consentono un guadagno fino a 100 mila euro.
DIFFUSIONE – Le regioni italiane dove avviene il maggior numero di sequestri sono la Lombardia, il Lazio e l’Umbria.