Erick Thohir compra l’Inter, finita l’era Moratti. Indiscrezioni, cifre e date dello storico passaggio di proprietà
E’ la fine di un’epoca. Il futuro per gli interisti e per il calcio italiano potrà essere migliore o peggiore, ma senza dubbio quanto accaduto giovedì 19 settembre 2013 rappresenterà un momento storico nell’evoluzione dello sport preferito dagli italiani. Dopo quattro mesi e mezzo di trattativa tutto si è risolto: il 70% dell’Inter è di Erick Thohir. L’accordo è stato formalizzato in quel di Parigi poche ore fa; si attende il Cda di ottobre per l’ufficialità.
PARIGI VAL BENE UNA MESSA – Era la fine del ‘500 quando Enrico di Navarra, conosciuto ai più come Enrico IV, al termine della guerra “dei tre Enrichi” pronunciò questa frase.
– Enrico di Navarra, che era ugonotto e protestante, per divenire il primo monarca dei Borboni doveva convertirsi al cattolicesimo ed è proprio in quella circostanza che pronunciò la famosa espressione: “Parigi val bene una messa”. Con queste parole, Enrico, voleva sottolineare come ne fosse valsa la pena sacrificarsi per ottenere un qualcosa di più ‘alto’; nonostante la rinuncia fosse quella della fede protestante in favore di quella cattolica.
– A distanza di oltre 500 anni Parigi è stata, ancora una volta, la cornice ideale per replicare l’espressione. Non si tratta di una guerra, ma del futuro dell’Inter; non troviamo alcun Enrico, ma solamente un Massimo, Moratti, che, consapevole della sua impossibilità a riportare su certi livelli i neroazzurri, ha deciso di sacrificarsi, di abdicare il suo ‘trono’.
– L’obiettivo? Consentire a qualcun’altro, nella fattispecie l’indonesiano Erick Thohir, di realizzare quel qualcosa in più. Quel qualcosa che Massimo Moratti ha provato a realizzare, in certi casi riuscendoci ed in altri no, nel corso degli ultimi 18 anni.
LA VICENDA – Era da poco finito il campionato 2012-2013 quando sulla stampa rimbalzò la notizia dell’avvio della trattativa per vendere l’Inter: Massimo Moratti da una parte ed Erick Thohir dall’altra.
– Il primo scoglio che l’indonesiano dovette affrontare fu relativo all’indisponibilità, solamente iniziale, di Massimo Moratti di cedere la maggioranza del club. L’idea del presidente ‘uscente’ dell’Inter era quella di affidarsi ad un partner di minoranza per garantire un migliore futuro alla sua squadra del cuore.
– Idea che, come commentavamo il 31 maggio, non poteva che essere rifiutata dal tycoon asiatico che, prontamente, decise di rilanciare: 260 milioni di euro per l’80% dell’Inter con la famiglia Moratti ancora in società a fare da ‘cuscinetto’ in questo storico passaggio di proprietà.
– Dopo settimane di trattative, di analisi, di proiezioni, di discussioni, tutto si è risolto. A Londra prima ed a Parigi poi le due parti si sono confrontate ed hanno definito l’accordo. Thohir rileverà il 70% del club milanese per 300 milioni di euro.
– Nell’accordo è stata inserita anche la cosiddetta “clausola tifosi” voluta da Moratti: l’indonesiano si impegna a versare, nel prossimo biennio, 150 milioni di euro in conto capitale per azzerare le perdite di bilancio e dare respiro alle casse della società di corso Vittorio Emanuele.
DA MORATTI PIU’ CHE UNA MEZZA CONFERMA – La conferma del buon esito dell’incontro andato in scena giovedì a Parigi arriva direttamente da Massimo Moratti che, rientrato in Italia, si concede alle interviste cercando di mantenere un low profile visto che l’ufficialità non c’è ancora.
– “Non abbiamo ancora raggiunto l’accordo, proprio no. E’ stata un’occasione per conoscerci meglio e capire chi sono le persone che potrebbero entrare con Thohir nell’eventuale accordo (Soetedjo e Roeslani, ndr). Sono tutti investitori indonesiani, ma non ci sono grossi problemi da risolvere.
– Il presidente, ‘uscente’, si sofferma anche sugli aspetti che restano da concludere: “Manca solo di decidere e capire bene quando sarà il momento giusto e se ci va bene. Non è una questione di ruoli, è l’ultima cosa al mondo che può creare problemi. Passi avanti? Soprattutto dal punto di vista umano, ho apprezzato il carattere delle persone e questo mi ha fatto piacere”.
– Importanti anche le sue parole sul timing dell’ufficialità della trattativa: “Ci vorrà ancora una trentina di giorni, l’accordo potrebbe arrivare, ma lo stesso lo dicevamo anche tre mesi fa”.
– Infine una chiosa sul suo futuro all’Inter: “Resterò nell’Inter? La mia famiglia resterà per forza. Diciamo che è più una questione di ristrutturazione della società per strutturarla al meglio e gestire gli esborsi che questo calcio impone. Io presidente? In questa situazione è una cosa cui non ho pensato. No, non credo”.
CHI LASCIA LA STRADA VECCHIA PER QUELLA NUOVA SA QUEL CHE LASCIA … – Sabato 18 febbraio 1995 – Giovedì 19 settembre 2013. La storia d’amore tra Massimo Moratti e l’Inter ha una data d’inizio e, da poche ore, anche una data di fine. Un sabato d’inverno l’inizio, un giovedì di fine estate la conclusione.
– Nel mezzo 7148 giorni; 171.552 ore; 10.293.120 minuti; 617.587.200 secondi. Istanti passati tutti al timone dell’Inter. Certo, in attesa dell’ufficialità della trattativa possiamo anche aggiornare il contatore del ‘MorattInter’, ma poco cambia.
– L’Inter per Moratti è, soprattutto e prima di tutto, una questione di cuore. Un doppio legame che ha coinvolto il padre Angelo prima (1955-1968) ed il figlio Massimo poi (1995-2013). Nel mezzo altre persone, Fraizzoli e Pellegrini su tutti, ma pochi successi.
– 3 sono le ‘Coppe dalle grandi orecchie’ osannate dai tifosi neroazzurri: due conquistate da papà Angelo ed una dal figlio Massimo. 18 sono gli scudetti conquistati dall’Inter: 3 ottenuti da papà Angelo e 5 dal figlio Massimo. 3 sono le Coppe Uefa, di cui una conquistata da Massimo Moratti. 3 le Intercontinentali: due conquistate da papà Angelo ed una dal figlio Massimo. 7 le Coppe Italia totali, di cui 4 vinte da Massimo. 5 le Supercoppe Italiane, di cui 4 del figlio Massimo.
– Dei 39 trofei conquistati dall’Inter, 23 sono arrivati sotto la doppia presidenza della famiglia Moratti. Più della metà della storia dell’Inter passa dalla famiglia Moratti. Ai bilanci, al business ed alla globalizzazione tutto questo non importa. La razionalità porta ad essere felici di questo passaggio di proprietà, il cuore francamente no.
… MA NON SA QUEL CHE TROVA – Non solo trofei. Nei diciotto anni vissuti da presidente, Massimo Moratti non si è mai tirato indietro sul fronte economico: 1,25 miliardi di euro di debiti prontamente e puntualmente ripianati, stagione dopo stagione.
– Erick Thohir saprà fare lo stesso? Saprà dare all’Inter le emozioni del 5 maggio e quelle del triplete? Saprà farsi trovare fuori da Corso Vittorio Emanuele dinanzi alle telecamere per commentare, ogni lunedì, la giornata precedente? Saprà essere disponibile e ‘simpatico‘ come Moratti? Saprà acquistare e coccolare campioni del calibro di Ronaldo e Zanetti.
– Difficile dirlo. Inutile pensarlo adesso. Il passato lo si conosce, il futuro no. Una cosa è certa: la nuova Inter non sarà mai l’attuale Manchester City o l’attuale Psg. L’idea dell’indonesiano è quella di avviare un progetto.
CALCIO O ‘FOOTBALL MANAGER’? – Eh sì. Perché ormai se nel calcio non si parla di progetto non sei nessuno. Basta pronunciare tre parole chiave che tutti ti osannano: costruire uno stadio di proprietà, puntare sul settore giovanile, acquistare giovani talenti.
– La realtà però è diversa. I tifosi accettano il ‘progetto’ solo se questo, soprattutto in una squadra come l’Inter, è finalizzato a vincere.
– L’Arsenal ha un progetto fantastico, ma non vince una Premier League dal 2003-2004, non vince una Coppa d’Inghilterra dal 2004-2005, non vince il Community Shield dal 2004 ed in Europa sono solamente due i successi: Coppa delle Fiere nel 1969-1970 e Coppa delle Coppe nel 1993-1994.
– Nessuna traccia di Champions, di Mondiale per Club, di Supercoppa Europea, però viene unanimemente presa come esempio da chi vuole avviare il ‘progetto’.
-Trovate un interista che cambierebbe la propria bacheca con il ‘progetto’ dell’Arsenal. Trovatelo, ma non cercatelo nel mondo reale. Cercatelo nei manageriali di calcio, lì si che il ‘progetto’ premia.
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Matteo Torti
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