Inter dove sei.. Fuori dall’Europa già a dicembre
Se l’anno scorso era il primo di Conte alla guida dei nerazzurri e si sono utilizzate tutte le giustificazioni del caso per l’esclusione prematura dalla Champions, quest’anno il tecnico salentino non ha più protettori. Fuori dalla Champions e dall’Europa League già a dicembre: un’onta vera e propria per l’Inter ed è qualcosa con cui Conte dovrà fare i conti soprattutto per ciò che riguarda un possibile contraccolpo psicologico di cui può essere vittima la sua rosa; ma si sa che il focoso salentino è capace di tirare il meglio dalle situazioni difficili, come fece con una nazionale italiana che era tutto meno che una squadra “stellare” agli Europei del 2016, trasformandola in una vera e propria “macchina da guerra” che cedette solo ai rigori contro la Germania.
Ora tutto sul campionato: dove Conte non può più sbagliare
Il 2010 sembra lontanissimo, ancora più lontano dei dieci anni effettivamente trascorsi. 10 anni “calcistici” fa, l’Inter di Mourinho alzava la Champions League, la terza della storia dei colori nerazzurri e raggiungeva il risultato del famoso “triplete” a fine stagione, ma sembra passata un’eternità da quei successi ottenuti con una squadra ricca di campioni, da Milito a Zanetti, passando per Julio Cesar e Maicon. Eppure i presupposti per far bene in Europa c’erano e ci sarebbero tutti. L’Inter ha una rosa di grande valore: una coppia d’attacco di tutto rispetto con Lukaku e Lautaro invidiati da tutta Europa, i difensori centrali sono fra i migliori al mondo e quest’anno la società ha fatto ulteriori “sacrifici” prendendo Kolarov, Vidal e soprattutto Hakimi, per una campagna acquisti che ha visto Steven Zhang sborsare oltre 80 milioni, se al conto si aggiunge anche Pinamonti. Ora tutta l’attenzione e la concentrazione di Conte, squadra e staff sarà dedicata forzatamente al campionato, dove i nerazzurri sono comunque visti come la squadra antagonista della Juventus e addirittura favorita per la vittoria finale.
Coppa Italia e scudetto: due trofei che ora hanno altro senso
L’anno scorso, la prima esperienza di Conte sulla panchina dell’Inter è stata tutto sommato positiva: secondo posto in campionato, finale di Europa League persa contro il Siviglia in maniera davvero molto sfortunata e semifinali di Coppa Italia, dove è stato il Napoli poi vincitore a fermare i nerazzurri. Ma anche l’anno scorso l’Inter aveva fatto molto male in Champions League, uscendo ai gironi anche nella stagione 2019-2020, ma quanto meno era riuscita a qualificarsi in Europa League, dove sarebbe poi stata protagonista e avrebbe potuto fare di Zhang il presidente più giovane in assoluto a vincere della storia dell’Inter. Ora il campionato e la Coppa Italia, trofei comunque prestigiosi, acquisiscono ancora più valore dopo l’uscita da tutte le competizioni europee. Inoltre, l’eliminazione dalla Champions e dall’Europa League vuol dire una perdita in termini economici rilevante se si considerano solo i premi della competizione per una singola vittoria, 2,4 milioni di euro, e per il pareggio, 900 mila euro.
Oltre il danno la beffa: il Milan dell’ex Ibra va fortissimo
La “pazza” Inter, come canta l’inno ufficiale dei nerazzurri, è una squadra che ha avuto una parabola non sempre lineare nella propria storia: dagli anni ‘70 fino a Moratti e la Pirelli, i tifosi dell’Inter possono dire di aver vissuto stati d’animi nettamente contrastanti di anno in anno. Da un biennio a questa parte, la società sembrava aver ripreso in mano la propria dignità e il proprio prestigio anche grazie alla mentalità che Conte sta trasmettendo ai propri ragazzi. Ma in realtà è l’altra squadra di Milano a vivere un momento molto positivo dopo diversi anni bui, cosa che non fa che inasprire il rammarico degli interisti: i rossoneri fanno sul serio e il bravo ex Pioli sembra aver trovato non soltanto compattezza, ma anche bel gioco e sta tirando fuori il meglio anche da calciatori che sembravano non potersi esprimere ad alti livelli, come Calabria e Franck Kessié. Su Ibrahimovic è quasi superfluo spendere parole, ma il derby di inizio campionato aveva nettamente definito chi è il centravanti protagonista all’ombra della Madunina: per il momento non è BigRom Lukaku, bensì il gigante svedese.
Su tre competizioni stagionali, l’Inter di Conte ne ha già fallita una e oltre al danno economico già citato, è la ripercussione mentale che preoccupa l’ambiente nerazzurro che ora deve affrontare il campionato di Serie A come unica ragione stagionale. Se Conte e il suo staff, supportati dalla società, riusciranno a fare un lavoro mentale importante, l’uscita dall’Europa potrebbe mettere energia fondamentale nelle gambe dei calciatori nerazzurri, facendo la differenza a fine campionato. Il percorso per arrivare a fine stagione è ancora lungo e nella finestra di gennaio l’Inter potrebbe rafforzarsi ulteriormente per provare il grande assalto al titolo detenuto dalla Juventus, che non appare brillante come le altre stagioni, ma attenzione ai cugini rossoneri con Ibra, che ha tanta fame di vittorie.