Tavecchio nuovo presidente della Figc, Zaccheroni favorito Ct dell’Italia
Giancarlo Abete ha finalmente il suo successore. Carlo Tavecchio, 71 anni ed ex presidente della Lega Nazionale Dilettanti, è il nuovo presidente della Figc. Battuta la concorrenza di Demetrio Albertini: 63,33% delle preferenze contro il 33,95% dell’ex centrocampista del Milan. La vittoria arriva al terzo scrutinio dopo che ai primi due non aveva ottenuto il quorum.
IL RACCONTO DELLA GIORNATA – Sono le 11.30 di Lunedì 11 Agosto 2014 quando all’Hotel Hilton di Fiumicino hanno inizio i lavori per l’elezione del presidente della Figc. Due i candidati, Tavecchio e Albertini, ma un finale che sembra già scritto, in favore del primo dei due.
– Il fronte dei “no-Tav”, guidati da Roma e Juventus, non è riuscito nell’intento di scardinare il sistema guidato da Claudio Lotito, sponsor numero uno dell’ex presidente della Lega Dilettanti, che nei giorni scorsi si è impegnato a fondo per tenere unite tutte le leghe calcio.
– Poco dopo alle 14 inizia la prima votazione, ma il quorum non viene raggiunto. 60% dei voti utili a Tavecchio, il 35% ad Albertini; il resto sono schede bianche. Si va al secondo scrutinio, dove è necessario il 66,6% dei voti.
– Anche qui arriva la fumata grigia: Tavecchio raggiunge il 63,18% dei voti contro il 34,07% di Albertini. Ma alla terza votazione è tutto facile: è necessario raggiungere il 50% + 1 dei voti e Tavecchio ottiene il 63,33% delle preferenze.
LE PRIME PAROLE DI TAVECCHIO – Contento, emozionato e visibilmente commosso, Carlo Tavecchio ha voluto ringraziare tutti: “Grazie a tutti. Vorrei ringraziare coloro che legittimamente hanno espresso valutazioni diverse. Sarò il presidente di tutti”.
– Svelato anche il retroscena del discorso finale: “Dopo la prima sessione di voto ho dovuto chiedere ai miei collaboratori che mi aiutassero a scrivere qualcosa per un ringraziamento dal profondo del cuore”.
– E per finire una promessa che ci sentiamo di condividere: “Cercherò di migliorare il mio modo un po’ ruvido e poco glamour come qualcuno lo ha definito giustamente”.
CONOSCIAMOLO MEGLIO – Nato a Ponte Lambro il 13 luglio del 1943, Tavecchio ha donato l’intera sua vita al calcio. Prima come dirigente di una squadra di calcio, la Polisportiva di Ponte Lambro che con lui presidente arriva anche a disputare il campionato di Prima Categoria.
– Poi come esponente federale. La sua carriera alla Federcalcio inizia con l’incarico di consigliere del Comitato Regione Lombardia per la Lega Dilettanti; mantiene l’incarico per un lustro intero, tra il 1987 e il 1992.
– Prosegue la carriera nella Lega dei Dilettanti divenendone, il 29 maggio del 1999, il Presidente; nel 2007 viene nominato vice-presidente della Figc e nel 2009 assume la funzione di vice-presidente vicario.
– Una vita passata nella Federcalcio che si spera possa tornare utile per guidare con unità di intenti e con assoluta forza propositiva e riformatrice, l’intera Federazione Italiana Giuoco Calcio.
IL SUO PROGRAMMA – Assoluto largo ai giovani e, neanche a dirlo, regolamentazione per i giocatori extra-comunitari secondo il “modello britannico”. Sono questi i due punti principali che si prefigge di realizzare Carlo Tavecchio.
– Il neo presidente della Figc, lo scorso 27 luglio ha presentato un programma che si suddivide in 11 macro-categorie: Governance e organizzazione federale; lotta contro la violenza e qualificazione del prodotto calcio; settore tecnico e centri di formazione federale; settore giovanile e scolastico; nuove risorse economiche; comunicazione; Club Italia; Grandi Eventi; legislazione e rapporti con il governo; rapporti con il Coni; riforma dei campionati e delle regole.
– Ma i punti di forza sono sicuramente due. Il primo riguarda i giovani con l’istituzione e lo sviluppo dei centri di formazione federale per i giovani; il secondo fa riferimento agli extra-comunitari, con il modello britannico come esempio per regolamentarne l’ingresso.
IL PRIMO ATTO? LA SCELTA DEL NUOVO CT DELL’ITALIA – Passate le emozioni e i festeggiamenti, per Carlo Tavecchio è subito tempo di prendere una scelta difficile, probabilmente decisiva per il futuro del suo mandato: chi mettere sulla panchina della Nazionale Italiana?
– Una scelta non facile perché Allegri, da molti indicato come naturale successore di Prandelli, si è accasato alla Juventus e perchè i nomi che riecheggiano sulla stampa hanno tutti evidenti limiti strutturali.
– E’ il caso di Conte e Mancini. Il primo non ancora pronto per fare il selezionatore visto la sua voglia di essere costantemente sul campo ad allenare; il secondo pronto sì, ma con il problema ingaggio che pesa come un macigno.
– Scartate le folli ipotesi di “giovani” come Tardelli e Cabrini, l’unico nome rimasto in lizza sembra essere quello di Zaccheroni. Lui il commissario tecnico, seppur con scarsi risultati, l’ha già fatto: il Giappone lo sa. Con il Zac ha vinto si una Coppa d’Asia (2011) e una Coppa dell’Asia orientale (2013), ma ha disputato un deludente Mondiale in Brasile.
– Tra le new entry c’è la voce Spalletti, anche lui con il problema ingaggio; ma attenzione a Guidolin. Certo, ha appena accettato l’incarico di supervisore tecnico della famiglia Pozzo con Granada, Udinese e Watford, ma si sa, la chiamata della Nazionale non si rifiuta mai.
ARRIVEDERCI AL 18 AGOSTO … – Non resta che rifarsi alle parole di Carlo Tavecchio: “Entro il 18 agosto mi presenterò con la lista delle cose fatte, non ho avuto alcun approccio con il ct, nessuna operazione di governance che va condivisa con il consiglio federale”.
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Matteo Torti
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