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Furto rame cimiteri: a quanto viene venduto il rame rubato?

Alla ricerca del rame perduto: è questo lo slogan che anima i malviventi che da settimane stanno depredando diversi cimiteri in tutta la provincia di Milano e Monza, alla ricerca di qualsiasi oggetto realizzato in rame; sono centinaia i portavasi, le tombe, le statue, i canali ed i tetti delle cappelle rubati.

 

 

GLI EPISODI – Questi esecrabili fatti sono avvenuti, nelle ultime settimane, in diverse località a noi vicine; stiamo parlando di Arese, Biassono, Besana, Giussano e Lesmo. Tutte queste località con malincuore hanno dovuto subire l’ira di malviventi pronti a tutto animati da un unico scopo: quello di rubare qualsiasi oggetto che sia di rame piuttosto che di bronzo con il fine di lucrarci sopra.

 

FURTI SILENZIOSI – Il minimo comun denominatore di questi inqualificabili atti è il silenzio in cui avvengono; i malviventi dotati solitamente di piccoli furgoni arrivano in questi siti di notte e scavalcano agevolmente i cancelli, principalmente secondari, per entrare nei vari camposanti dove possono compiere, indisturbati, qualsivoglia razzia senza dare nell’occhio visto che difficilmente questi luoghi sacri sono collocati vicino ad ampi insediamenti di case.

 

IL TRISTE RISVEGLIO – Solo al mattino, quando iniziano i primi via vai nei cimiteri, la gente si accorge dell’accaduto e prontamente denuncia il fatto alle istituzioni locali che sono costrette a compiere un vero e proprio censimento degli oggetti danneggiati oltre che di quelli mancanti.

 

L’ANTICA MODA DEI CAVI FERROVIARI – Fino a un paio d’anni fa erano le ferrovie il fulcro del furto di rame; ultimamente accadono sempre meno episodi di questo tipo tranne nei casi in cui sorgono degli accampamenti irregolari nelle zone limitrofe:

  • È il caso emerso mercoledì 20 aprile quando i carabinieri, durante lo sgombero di un campo nomadi irregolare in via della Pecetta, hanno rinvenuto ben 70 kg di rame in fili da 75 mm e lo hanno immediatamente restituito alle FS.


GLI OGGETTI RICERCATI – Sommariamente si possono identificare due tipi di malviventi, all’interno di questo mercato:

  • I meno esperti: entrano nei cimiteri per rubare portavasi, scritte, crocifissi e croci oltre che qualsiasi altro piccolo oggetto realizzato in rame o bronzo. Puntano maggiormente ad oggetti di dimensioni ridotte, asportabile con poco sforzo.
  • I professionisti: sono ben più organizzati, dotati di camioncini ed attrezzatura atta a poter saccheggiare tombe, tetti di cappelle e statue.


LA RIVENDITA – In entrambi i casi questi oggetti vengono poi resi irriconoscibili e rivenduti al mercato.
Contattando diverse aziende che acquistano rame usato si evince che, nonostante la quotazione possa variare di giorno in giorno, la media dei prezzi da loro praticata per il ritiro di questo materiale è:

  • Rame derivante da lattoneria: 4 euro al chilo.
  • Fili di rame: a seconda della tipologia si arriva anche ai 5,5 euro al kg.


L’ESEMPIO – Prendendo come esempio i canali di gronda, consultando i cataloghi delle aziende di settore, emerge che un canale tondo classico con uno spessore di 6 mm viene a pesare 5,34 kg/m2: risulta piuttosto agevole fare due conti su quanto si possa ricavare dalla rivendita di un oggetto come questo.

 

RESPONSABILITA’ ANCHE DEI ROTTAMAI – Altre aziende contattate ci hanno espressamente detto che, per loro principi e valori, acquistano rame unicamente da altre aziende, ritenute titolari di scavi o di lavori, evitando di acquisirli da singoli cittadini, proprio per evitare di avere a che fare con dei pezzi rubati ed incorrere in sanzioni.

 

Sicuramente se tutti adottassero un comportamento come questo, anche i ladri di rame e ghisa sarebbero più scoraggiati a depredare cimiteri e ferrovie, in quanto avrebbero meno sbocchi di rivendita, tuttavia sappiamo, purtroppo, che questa soluzione auspicata resterà un’utopia.

 

 

Matteo Torti

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